Il robot karateka che parla Bluetooth

Il robot karateka che parla Bluetooth

Vuole stupire grandi e piccini: muove le mani, assume pose alla Bruce Lee e viene comandato via Bluetooth
Vuole stupire grandi e piccini: muove le mani, assume pose alla Bruce Lee e viene comandato via Bluetooth


Tokyo (Giappone) – Non è un caso che la patria di Goldrake e Mazinga Z sia il Giappone. A quanto pare nella terra del Sol Levante i robot sono una vera e propria fissazione e di sicuro quello giapponese è il Governo che più investe in questo tipo di ricerca.

Accanto ai giocattoloni come Aibo di Sony, Asimo di Honda e PePeRo di NEC, dopo i cyber-scarafaggi da 5 milioni di dollari, gli scienziati giapponesi stanno ora sviluppando un robot umanoide che, primo al mondo, integrerà un ricetrasmettitore Bluetooth.

Il team del progetto, sponsorizzato dal Governo Giapponese, è formato da colossi dell’elettronica nipponica come Murata Manufacturing, Kitatno, Symbiotic Systems Project: queste aziende collaboreranno per rendere “Morph”, questo il nome del robot, capace di muoversi similmente ad un uomo, ed in modo molto più sofisticato e preciso di quanto già non faccia, ad esempio, Asimo.

Morph può contare su 26 giunture che gli consentono di compiere una grande varietà di movimenti, fra cui chinarsi, fare cenni con le mani e fare mosse di karate (e chissà che non nasca un campionato di arti marziali fra robot…). Morph può poi contare su alcuni sensori per evitare ostacoli e valutare l’altezza dal terreno.

Come detto, fra le novità più importanti vi sarà l’integrazione nel robot di un ricetrasmettitore Bluetooth per le comunicazioni wireless fra robot e operatori.

Secondo Yuhki Yamgata, uno degli ingegneri di Murata, Bluetooth offre numerosi vantaggi: consuma poco, ha una tecnologia di trasmissione che permette di eliminare i disturbi e scongiurare eventuali interferenze con altri segnali radio; consente la comunicazione a due vie fra robot e operatori; un operatore può comunicare simultaneamente con più robot.

I creatori di Morph prevedono la possibilità di implementare nel robot la capacità di giocare a calcio e sfidare i suoi simili nella prossima RoboCup dedicata ai robot “a due gambe”.

Il robot, oltre che per scopi ludici e di ricerca, potrebbe venir utilizzato, in futuro, anche in operazioni di soccorso.

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Pubblicato il
10 ott 2001
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