Boston (USA) – “Preparatevi al prossimo boom di Internet: sarà qualcosa senza precedenti”. Questo il messaggio lanciato da Forrester Research e riguardante le previsioni di crescita della Rete.
Forrester stima che al momento siano connessi ad Internet circa 100 milioni di dispositivi, ma che questo numero sia destinato ad esplodere ad 1 miliardo nel 2006 ed a 14 miliardi nel 2010. Si tratta di previsioni che fanno rumore perché sebbene “chiassose” nei numeri, arrivano però da un osservatorio noto per la grande sobrietà delle proprie analisi.
“Per il 2006 – afferma Carl Howe, manager esecutivo di Forrester – su Internet ci saranno più macchine che persone”. Sono molti gli esperti che negli anni hanno visto il futuro di Internet come di una rete destinata sostanzialmente all’interconnessione tra loro di macchine o device “internet-enabled” che proprio grazie al network sono in grado di assolvere ad una serie di nuovi compiti per il beneficio degli utilizzatori. Ma il 2006 è una data ravvicinatissima.
Per giustificare l’incredibile boom a cui la Rete starebbe andando incontro, Forrester ha dettagliato la sua recente concettualizzazione di una “X Internet”, una sorta di “net esteso” comprendente anche i dispositivi non PC e popolato da applicazioni in grado di interagire fra loro facilitando la comunicazione fra macchina e macchina. Forrester spiega che fra i dispositivi non PC non devono essere contati solamente i computer palmari o le Internet appliance ma anche gli elettrodomestici, le automobili, i telefoni pubblici e qualsiasi altro apparecchio che nei prossimi anni verrà connesso sempre più massicciamente alla Rete.
L’unico ostacolo su questa strada è naturalmente la stessa architettura di Internet, ancora legata ad un protocollo di rete, l’IPv4, che non è in grado di garantire indirizzi internet a sufficienza per miliardi di diversi device. Molto dunque dipenderà dalla migrazione, da tempo allo studio e parzialmente in atto, verso IPv6, considerata la nuova “frontiera”.
Ma il problema sembra scuotere relativamente gli analisti di Forrester. Secondo Howe: “Se gli anni ’80 è stata l’era dei PC economici e i ’90 quella dei browser gratuiti, gli anni 2000 sono l’era dei chip da un cent che si trovano nelle patatine”.
Il buon Howe ha poi voluto far venire qualche brivido agli attuali colossi del settore affermando che l’era post-PC potrebbe vedere la nascita di nuovi leader industriali che non siano Microsoft o IBM, riprendendo così una vecchia teoria raccontata più volte dallo stesso Bill Gates, chairman Microsoft; quella secondo cui non c’è azienda leader di un’epoca industriale capace di sopravvivere da leader nell’epoca successiva.
“I padroni della rete saranno i nuovi monopolisti. Essi avranno il controllo sopra gli utenti finali”. Ma questo sembrano averlo capito ormai già da qualche tempo anche Microsoft e compagnia bella: la sfida sui Web service è proprio mirata alla conquista del mercato Internet. Il punto è: ne resterà solo uno?