Testate online? Milano complica tutto

Testate online? Milano complica tutto

Il tribunale milanese recepisce le indicazioni dell'Ordine dei Giornalisti. Più difficile registrare una testata giornalistica elettronica. Tra legge sulla stampa del 1948 e legge sull'editoria, incredibilmente del 2001
Il tribunale milanese recepisce le indicazioni dell'Ordine dei Giornalisti. Più difficile registrare una testata giornalistica elettronica. Tra legge sulla stampa del 1948 e legge sull'editoria, incredibilmente del 2001


Roma – Se nella capitale è decisamente semplice registrare una testata giornalistica elettronica diffusa via internet, non altrettanto semplice sembrano essere le procedure imposte in questi giorni dal Tribunale milanese.

Stando a quanto riferito a Punto Informatico, infatti, la registrazione della testata giornalistica è soggetta a nuova burocrazia, dovuta al fatto che nella domanda con cui si richiede la registrazione occorre indicare anche lo stampatore del sito attraverso il quale la testata verrebbe diffusa. Lo “stampatore”, secondo le indicazioni dell’Ordine dei Giornalisti di Milano, sarebbe il provider, del quale dovrebbe dunque apparire una dichiarazione; in alternativa, la testata deve produrre il contratto di servizio stretto con il provider stesso. Una norma che taglia fuori tutte quelle testate, le cui domande vengono in effetti rifiutate in questi giorni, che intendono registrarsi senza stabilire con un provider italiano un contratto di servizio che possa rientrare nei canoni stabiliti dal tribunale…

L’equiparazione del provider al ruolo di stampatore, necessaria secondo l’Ordine a creare un diretto parallelo tra pubblicazione internet e pubblicazione cartacea sottoposta alla legge sulla stampa del 1948, è stata più volte sostenuta dai rappresentanti dell’Ordine sull’onda delle polemiche seguite all’approvazione della legge sull’editoria di quest’anno.

Inutile chiedersi, a quanto pare, quale tipo di registrazione potrebbe chiedere una testata giornalistica che intenda reggere la propria attività online su una molteplicità di server per il proprio sito, su altri server per le proprie newsletter e, perché no?, su altri server ancora per i propri forum o i propri “supplementi”. Si tratta di contraddizioni destinate ad appesantire, tanto per cambiare, la burocrazia per ottenere il diritto a produrre informazione. Contraddizioni che, con la nuova legge sull’editoria, sono state ulteriormente acuite.

Rimane da vedere se l’iniziativa del Tribunale di Milano rimarrà isolata o se, come già accaduto in passato per vari adempimenti burocratici, contaminerà anche altri Tribunali.

Link copiato negli appunti

Ti potrebbe interessare

Pubblicato il
20 nov 2001
Link copiato negli appunti