Random044/ Incredibile ma falso

Random044/ Incredibile ma falso

La Rete è responsabile dell'alterazione dello stato di coscienza, crea dipendenza e ha un impatto sociale che ancora non è stato approfondito. Lo afferma un'importante Università americana
La Rete è responsabile dell'alterazione dello stato di coscienza, crea dipendenza e ha un impatto sociale che ancora non è stato approfondito. Lo afferma un'importante Università americana


Roma – La fatidica frase “clicca qui” (click here), nonostante molti manuali di stile ne sconsiglino l’uso, continua a imperversare sulle pagine web e, nonostante tutto, qualche volta converrebbe seguire il suo consiglio.

Da tempo si parla dell’esistenza di una “patologia” da Internet che colpirebbe gli utenti più incalliti della Rete, condannandoli ad un destino non dissimile da quello dalle persone dipendenti da una qualche sostanza che altera lo stato di coscienza. Il dibattito è tuttora aperto e numerose sono le risorse a disposizione di coloro che vogliono documentarsi su quello che alcuni definiscono un mito ed altri una realtà.

Una semplice ricerca del termine “Internet Addiction”, molto probabilmente riporterà, fra i risultati, quello di un file della Biblioteca dell’Università di Albany (in Usa, ovviamente) che sembra davvero interessante, fin dal titolo: “Parametri Psicosociali della Dipendenza da Internet” (Psychosocial Parameters of Internet Addiction). In questa pagina R.G. Briggs, del Dipartimento di Psicotecnologia, presenta una serie di fatti a proposito di questa “patologia”.

Alcuni di essi sono davvero bizzarri. Per esempio:

Gli “Alcolisti Anonimi” stanno prendendo in considerazione di aprire una sezione della loro associazione dedicata esclusivamente agli Internet-dipendenti.

Secondo il “Journal of Technology and Culture” i livelli di ansia aumenterebbero nelle situazioni sociali in cui il partner sessuale dell’Internet-dipendente non sappia usare la Rete.

L’Organizzazione Nazionale degli Agenti di Polizia (NOPO) afferma che, a partire dal 1995, quando la navigazione su web è diventata un passatempo popolare, sarebbero diminuiti del 14,2% i crimini violenti.

In fondo alla pagina citata compare (in piccolo) la famigerata scritta “Click here for more information” ed è solo grazie a questa che il lettore più curioso può scoprire che essa è stata preparata esclusivamente allo scopo di insegnare agli studenti ad esaminare e valutare criticamente le informazioni che compaiono in Rete. A tal fine la pagina contiene un misto di informazioni e riferimenti reali accanto ad altri che invece sono inventati, ma che potrebbero sembrare veri a prima vista. Con facilità si trova nello stesso archivio la lista dei riferimenti veri e di quelli falsi.

L’insegnamento che i curatori della pagina vogliono trasmettere ai propri allievi – e che vale non solo per la Rete – è che non bisogna credere sempre (e soprattutto senza verifica) a qualsiasi informazione si trovi su Internet.

La pagina è citata un po’ dappertutto nel circuito dei siti a carattere educativo, che la segnalano fra le migliori risorse a disposizione per gli insegnanti che vogliano spiegare come verificare l’attendibilità delle fonti presenti su Internet.

Ma la sua utilità è ancora maggiore quando si scopre che la risorsa in questione viene linkata, come se fosse una fonte attendibile a proposito della presunta dipendenza da Internet, da diverse altre pagine personali o siti che si occupano di problemi psicosociali.

La pagina viene segnalata, addirittura al primo posto, tra i link raccolti dalla statunitense “Associates in Counseling & Education” a proposito della “Internet addiction”. Ci casca anche una cyberzine, “kudzu”, che in un articolo, cita come vera proprio una delle informazioni più chiaramente fasulle del sito. Ci casca uno studente con un cognome italiano che studia psicologia a Ginevra, e persino una specializzata in psichiatria su un sito brasiliano. Questo giusto per citarne alcuni.

Paradossalmente, ma non troppo, le persone che, incautamente, hanno preso per buona quella pagina ne avrebbero bisogno proprio per imparare a valutare l’attendibilità delle risorse di Rete che utilizzano.

Giuseppe
PS: Ovviamente tutto quello scritto prima di questo rigo è rigorosamente
inventato;-)

Riferimenti:

Internet Addiction
http://library.albany.edu/briggs/addiction.html

Counseling and education
http://www.counselingandeducation.com/special/internetadd.htm

Kudzu
http://www.kudzumonthly.com/kudzu/jul01/addiction.html

Svizzera
http://www.multimania.com/cyberdependance/links_s.html

Brasile
http://www.unifesp.br/dpsiq/polbr/arquivo/dpnet.htm

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Pubblicato il
21 nov 2001
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