New York (USA) – Utilizzare le tecnologie per combattere la povertà e il digital divide. E’ questo l’obiettivo che si pongono le Nazioni Unite con l’inaugurazione di una nuova task force esclusivamente dedicata al settore dell’Information e Communication Technologies (ICT).
Proposta dall’Economic and Social Council nel marzo del 2000, l’ICT Task Force sarà uno strumento in mano all’ONU per formulare strategie in grado di mettere le tecnologie legate al settore ICT al servizio dello sviluppo dei paesi poveri e per forgiare partnership strategiche fra l’ONU, l’industria privata, le società di credito e le organizzazioni no-profit.
“Le nuove tecnologie che stanno cambiando il mondo – ha dichiarato il segretario generale dell’ONU Kofi Annan – non sono una panacea o un amuleto magico. Tuttavia sono senza nessun dubbio un potente strumento per lo sviluppo”. Le tecnologie come strumento a servizio dell’umanità dunque, per combattere la povertà nel mondo ma anche – si è dichiarato nel primo meeting sulla nuova task force – “per contribuire alla pace e alla sicurezza”. E dopo i tragici eventi dell’11 settembre è noto come sia proprio la info-security a rivestire un ruolo non secondario nella lotta al terrorismo.
La task force sarà composta da vari gruppi di lavoro impegnati in progetti specifici riguardanti, fra gli altri, la politica globale, la connettività a basso costo, l’impiego delle risorse umane, l’incentivazione dell’imprenditoria nei paesi poveri, l’alfabetizzazione informatica. “Stiamo cercando di aiutare a costruire – ha commentato Annan – un ponte digitale verso quella gente oggi intrappolata nell’estrema povertà, oltre il confine della rivoluzione digitale”.
Internet rivestirà un ruolo di primo piano nelle iniziative che verranno portate avanti dall’ICT Task Force, soprattutto per quanto riguarda il tentativo di utilizzare la Rete per favorire lo sviluppo dei paesi poveri.
In un rapporto rilasciato dall’United Nations Conference on Trade and Development (UNCTAD), si legge: “Nonostante la crescita della produttività non abbia mantenuto il suo recente fenomenale ritmo negli Stati Uniti, il resto del mondo deve cercare di accelerare ulteriormente l’applicazione delle tecnologie ICT al business”.
L’ONU ritiene che per agevolare lo sviluppo dell’economia dei paesi poveri – e di conseguenza migliorare gli standard di vita delle relative popolazioni – sia necessario estendere quanto più possibile il concetto di e-commerce, uno strumento che – da quanto emerso dalla UNCTAD – continua ad incrementare la produttività dei paesi in cui è stato applicato.
L’ONU ha fatto l’esempio di EthioGift.com , un sito di e-commerce etiopico da cui i cittadini di Addis Ababa possono ordinare merci adatte alla popolazione locale, come ad esempio capre e pecore: disponibili in tre diverse taglie – “medium”, “big”, “very big” – i belanti animali vengono consegnati ai clienti nel giro di 48 ore con spese di spedizione simili a quelle che Amazon.com applica per un libro. Oltre alle pecore è possibile ordinare alcolici, torte, fiori e pane. Le merci si possono pagare, oltre che con la carta di credito, anche tramite assegni, bonifici e vaglia.
Nel rapporto dell’UNCTAD si legge che Internet e l’e-commerce sono realtà già ampiamente sperimentate in paesi in via di sviluppo come il Bangladesh e alcune zone dell’Africa, e il continuo scendere dei costi legati alla potenza dei computer non potrà che continuare a favorire questa tendenza.