Washington (USA) – Che succederebbe se un gigante del peso di AOL Time Warner decidesse di entrare in prima persona, con un acquisto “eccellente”, nel business legato a Linux? E’ quello che molti si chiedono ora che, secondo indiscrezioni riportate dall’autorevole Washington Post , AOL sarebbe in trattative per l’acquisizione del più grosso distributore di Linux: Red Hat.
Le parti interessate non hanno ancora rilasciato dichiarazioni ufficiali sulla questione ma l’autorevole quotidiano sostiene, citando fonti vicine alle due aziende, che le trattative avrebbero un andamento “mutevole”.
Gli analisti hanno avanzato l’ipotesi che AOL stia continuando i suoi sforzi nella ricerca di alternative al software di Microsoft, uno sforzo che nel recente passato l’ha portata a finanziare pur tra mille incertezze lo sviluppo del browser Netscape e a vagliare alleanze strategiche con aziende del mondo open source.
AOL e Microsoft stanno battagliando da tempo su vari settori del mercato, dai software di messaggistica istantanea ai Web service, dallo streaming multimediale alla TV digitale, dai servizi di identificazione su Internet al gioco on-line . Uno scontro che, con il lento ma poderoso incedere l’uno verso l’altro dei due titani, rappresenta al meglio quella tendenza che vede il rapido e costante convergere del mondo dei media e delle comunicazioni con quello dell’informatica.
Con l’acquisto di Red Hat, AOL otterrebbe uno sbocco di primaria importanza sul mondo di Linux e otterrebbe in dote partnership commerciali con IBM, Amazon e altre aziende di primo piano.
Secondo il Washington Post, AOL potrebbe decidere di sviluppare una propria distribuzione Linux che integri i propri servizi Internet, il proprio software open source e, come qualcuno sospetta, anche la propria tecnologia per la protezione dei contenuti.
Al di là delle supposizioni su come AOL potrebbe portare avanti lo sviluppo di Red Hat Linux, risulta evidente come questo sistema operativo diverrebbe per il gigante un’ulteriore arma da scagliare contro Microsoft. Fino ad oggi, però, chi ha sperato di frenare la corsa di Windows ha finito per esserne travolto: ne sa qualcosa Corel che, partita con la propria distribuzione Linux al motto di “l’alternativa a Windows siamo noi”, ha poi dovuto abbandonare i suoi sogni di gloria e intraprendere più miti strategie di mercato, finendo addirittura nell’orbita della stessa Microsoft.