L'antrace si combatte col peer-to-peer

L'antrace si combatte col peer-to-peer

Le reti di calcolo distribuito tornano a macinare dati in favore di una ricerca scientifica che, questa volta, potrebbe contribuire a rendere inoffensiva una letale arma del bio-terrorismo
Le reti di calcolo distribuito tornano a macinare dati in favore di una ricerca scientifica che, questa volta, potrebbe contribuire a rendere inoffensiva una letale arma del bio-terrorismo


Austin (USA) – Quasi un milione e trecentomila computer in tutto il mondo si metteranno presto al lavoro per trovare una cura che possa vanificare gli attentati terroristici e le armi chimiche basate sul pericoloso batterio dell’antrace.

Questo sarà possibile grazie all’impegno dell’Anthrax Research Project (ARP), fra i cui membri si contano Intel, Microsoft e la National Foundation for Cancer Research, e l’utilizzo del supercomputer “virtuale” a cui Intel ha dato vita la scorsa primavera con il Philanthropic Peer-to-Peer Program , un progetto di calcolo distribuito P2P che già ospita ricerche per la cura di gravi malattie come il cancro.

Per partecipare all’iniziativa è sufficiente scaricare uno screen-saver da questa pagina : come in progetti analoghi, quali SETI@home o FightAIDS@home, il software sfrutta i tempi morti del computer per contribuire al completamento di elaborazioni finalizzate alla ricerca.

I ricercatori, che possono accedere in questo modo ad una potenza di calcolo superiore a quella combinata dei primi 10 supercomputer al mondo, sperano di trovare il più presto possibile una molecola che possa bloccare la letale tossina dell’antrace. In questo momento l’unica cura è data dagli antibiotici, efficaci però solo se la malattia viene diagnosticata nel suo stato iniziale.

“Nel caso particolare dell’antrace e di altre minacce legate al bio-terrorismo, la velocità nello scoprire una cura è essenziale”, ha dichiarato Graham Richards dell’Oxford University, una delle università che partecipa al progetto: “Senza questa tecnologia – ha aggiunto – potrebbero non esserci altri modi per affrontare un così imponente lavoro”.

Il risultato di questa ricerca, secondo quanto spiegato dall’ARP, verrà messo liberamente a disposizione di quei governi, fra cui quello americano ed inglese, che vorranno partecipare allo studio di una cura per l’antrace.

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Pubblicato il
23 gen 2002
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