Parigi – La crescente contestazione guidata in primo luogo dalla petizione di EuroLinux contro i brevetti europei sul software, sembra aver iniziato a dare i suoi primi frutti: il governo francese ha infatti avvertito la Commissione Europea che non permetterà il varo di normative sul software e sui brevetti capaci di uccidere il libero sviluppo né consentirà di far brevettare porzioni di software o i cosiddetti “business methods”.
Il ministro al Commercio francese Christian Pierret ha scritto (PDF) che le regole definite dalla EPC, cioè dalla Convenzione europea sui brevetti, hanno escluso dalla brevettabilità i software per computer. Nonostante questo, l’EPO, cioè l’Ufficio brevetti europeo, secondo Pierret negli ultimi anni ha garantito numerosi brevetti sul software, così come peraltro denunciato da numerosissime fonti.
Secondo Pierret, la direttiva proposta dalla Commissione Europea non mette in luce i rischi dell’introduzione della brevettabilità sul software nell’Unione e non li paragona ai suoi possibili vantaggi. Ma sono tanti, spiega Pierret, gli studi che propongono la massima prudenza in materia.
E Pierret ci va giù pesante, affermando che “il progetto di direttiva non fornisce alcuna precisazione sui limiti e i requisiti della brevettabilità” e sottolinea che “la direttiva non si occupa delle questioni economiche, scientifiche e culturali del settore” nello spirito della “promozione dell’innovazione che rappresenta una priorità nel piano d’azione eEurope”.
Con fermezza, Pierret poi afferma: “Il Governo francese intende bloccare tutti i progetti che possano avere conseguenze negative in Europa nel campo dell’innovazione, dell’interoperabilità, del free software e dell’open source su tutti i soggetti (editori, sviluppatori, utenti) e in particolare sulle PMI”.