Parigi – La collaborazione tra il team di Ricerca e Sviluppo di France Telecom e la società specializzata Amphicom procede rapidamente sulla via delle sperimentazioni della cabina telefonica sottomarina di cui Punto Informatico aveva già fornito alcune anticipazioni a novembre dell’anno scorso.
Ora France Telecom ha annunciato la realizzazione della prima comunicazione telefonica sott’acqua capace di garantire, secondo il team di sviluppo, la commercializzazione dei device di telefonia sottomarina entro la fine di quest’anno.
Semplice da utilizzare, l’apparecchiatura assicura in ogni momento un collegamento chiaro tra un telefono fisso o mobile e la persona immersa, senza limitazioni di profondità. Il dispositivo comprende una boa di superficie, dotata di trasmettitore telefonico GSM, che assicura la comunicazione bidirezionale con una stazione sottomarina, qualcosa di simile ad una cabina telefonica tradizionale. Collegata alla boa con un cavo, questa dispone di un combinatore (del tipo tastiera telefonica), di uno speciale boccaglio per parlare, di una lampadina e di un buzzer.
Il suono del buzzer ed una segnalazione luminosa avvertono il sub dell’arrivo di una chiamata. Il dialogo tra gli interlocutori avviene grazie ad un sistema d’ascolto sottomarino che funziona per conduzione ossea. L’onda sonora emessa dalla superficie attraversa il dispositivo per arrivare al boccaglio. È sufficiente che il sub serri i denti su quest’ultimo ed azioni il bottone che attiva la comunicazione. Le vibrazioni sonore si propagano fino al suo orecchio attraverso la scatola cranica, una perfetta cassa di risonanza. In tal modo può percepire distintamente i suoni che gli giungono e parlare con la superficie in modalità bidirezionale.
Con l’integrazione di una tastiera nel dispositivo, il sub può raggiungere, restando in immersione, qualunque interlocutore che si trova a terra sul telefono fisso o mobile, semplicemente componendo il suo numero. Si tratta di un device evidentemente pensato per i professionisti dei lavori sottomarini, nell’ottica di migliorarne produttività e sicurezza.
La prima sperimentazione era iniziata alla fine del 2000 con gli archeologi del Centro Studi Alessandrini, incaricati di effettuare scavi sottomarini sul sito in cui si presume sorgesse il faro d’Alessandria, in Egitto. Consentendo uno scambio diretto e simultaneo tra i sommozzatori ed i responsabili degli scavi, questo dispositivo ha facilitato gli scambi tra i diversi addetti alle ricerche, evitando le continue risalite (ed i conseguenti rischi della decompressione) e la perdita d’informazioni (perdita d’orientamento sul fondo marino, dimenticanze…).
Le attività sottomarine nell’ambito delle piattaforme petrolifere, dei cantieri navali, delle ricerche scientifiche, delle operazioni di salvataggio o di protezione civile, che esigono l’intervento di personale sott’acqua, rappresentano altri campi d’applicazione di questa apparecchiatura.
Questo dispositivo entrerà nella fase di commercializzazione alla fine del 2002, mentre i ricercatori di France Télécom lavorano già per eliminare il collegamento via cavo tra la boa e la stazione sottomarina e rendere i palombari completamente autonomi. Si potrà allora utilizzare il telefono subacqueo per comunicare tra sommozzatori che operano nella stessa zona. La trasmissione della voce sott’acqua potrebbe essere assicurata o tramite ultrasuoni o tramite correnti elettriche deboli.