Warwick (GB) – I cosiddetti “nasi elettronici”, ovvero sensori capaci di percepire odori, sono al momento strumenti costosissimi e vengono impiegati in una stretta cerchia di applicazioni.
Alcuni ricercatori inglesi delle università di Leicester, Warwick ed Edinburgo, stanno però lavorando ad un progetto che, entro pochissimi anni, dovrebbe portare allo sviluppo del naso elettronico più piccolo al mondo. Si tratta di un sensore contenuto in un solo chip di silicio in grado di prestarsi ad un gran numero di compiti: valutare la commestibilità di un cibo, il livello di inquinamento dell’aria o la presenza di mine nel sottosuolo.
I ricercatori sostengono che entro tre anni saranno in grado di produrre un chip-sensore di un solo centimetro quadrato, capace di “odorare” aromi e sostanze chimiche in modo simile a quanto fa il sistema olfattivo dell’uomo.
Il “naso-in-un-chip” sarà, secondo gli scienziati, nettamente superiore a quelli utilizzati da qualche anno nell’industria, come quella dei profumi. La nuova generazione di sensori potrà essere utilizzata in modo molto più flessibile ed in un’ampia gamma di prodotti. Grazie alle sue dimensioni, e grazie soprattutto all’abbattimento dei costi di produzione, questi chip potrebbero sbarcare, entro la fine del decennio, anche sul mercato consumer.
I ricercatori britannici sostengono che, nel prossimo futuro, questa tecnologia potrebbe essere integrata in moduli a basso costo da interfacciare ai più comuni PDA e capaci di diagnosticare malattie, verificare la presenza di inquinanti nell’aria o seguire “tracce” odorose proprio come fanno i cani da caccia. E chissà che i computer non saranno finalmente in grado di riconoscere l’odore del padrone…