BSA, nuovi radiospot anti-pirateria

BSA, nuovi radiospot anti-pirateria

Per tre settimane, con una pausa per Pasqua, la Business Software Alliance torna ad avvertire le aziende italiane: copiare software o usarlo senza licenza è reato
Per tre settimane, con una pausa per Pasqua, la Business Software Alliance torna ad avvertire le aziende italiane: copiare software o usarlo senza licenza è reato


Roma – “Fermati, fermati! Non vedi che è rosso? Non c’è problema, lo faccio sempre, fidati! ( crash ) … Se sei un imprenditore, non rischiare inutilmente, nella tua azienda fai girare solo software originale, ti conviene. Copiare illegalmente il software per la tua azienda è un reato, si rischiano reclusione fino a tre anni e multe fino a 15mila euro”.

Questo l’abbrivio di uno degli spot radiofonici con cui la divisione italiana della Business Software Alliance (BSA) torna investire l’etere italiano. Questa volta la campagna durerà tre settimane, con una pausa nei giorni di Pasqua.

La campagna arriva dopo alcuni mesi nei quali la BSA ha supportato tecnicamente le operazioni anti-pirateria compiute dalla Guardia di Finanza a Napoli , in Veneto , a Savona e in altre città italiane, nonché dopo la partenza del BSA tour con il quale in tutta Italia l’associazione dei produttori di software proprietario intende illustrare alle forze dell’ordine la portata delle nuove leggi sul diritto d’autore.

Lo scopo della campagna è naturalmente quello di sensibilizzare le aziende al rischio che rappresenta l’uso illecito del software che, stando alle rilevazioni della BSA, riguarda soprattutto la pratica dell’underlicensing, ovvero dell’utilizzo di software su un numero di postazioni più elevato di quanto concesso dalla licenza.

Secondo la BSA, che non è nuova all’uso degli spot , in Italia è illegale il 46 per cento del software utilizzato e, stando a quanto dichiarato dal presidente dell’associazione Paolo Ardemagni, “il 30 per cento dei responsabili IT delle aziende italiane non sa quali siano le pene previste per l’utilizzo di programmi software duplicati illegalmente. Un altro 47 per cento ritiene che tale reato comporti esclusivamente pene amministrative”.

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Pubblicato il
27 mar 2002
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