Los Angeles (USA) – C’è un altro Kazaa che si agita nel cuore del Kazaa originale, un P2P di nuova concezione che in queste ore sta conquistando la scena.
Ed è facile capire perché.
L’adware, la pubblicità diffusa attraverso il software, ha ormai assunto, per gli utenti, una connotazione per lo più negativa, perché spesso associata a termini quali “spyware” o “trojan”. E del resto, basta sfogliarsi l’archivio delle notizie di Punto Informatico per accorgersi di come nel tempo i venditori di banner le abbiano studiate davvero tutte per massimizzare i profitti: questo a scapito, il più delle volte, della privacy e della sicurezza degli utenti.
E così, come se già non bastassero programmi spioni, cavalli di Troia, metodi di tracking e piogge di insidiose finestre pop-up, il mondo dell’adware sembra ora pronto a lanciare un nuovo e, secondo molti, inquietante strumento di business fondato sulla filosofia del peer-to-peer.
La prima azienda a sperimentare questa nuova tecnologia di advertising su di una massa critica di utenti sarà Brilliant Digital Entertainment , colei che, a partire da febbraio, ha silenziosamente integrato nel celebre software di file-sharing Kazaa un programma che, una volta attivato, trasformerà milioni di PC in nodi di una nuova rete P2P parallela a quella di Kazaa e interamente controllata da Brilliant.
L’obiettivo dichiarato di Brilliant è quello di utilizzare le macchine degli utenti di Kazaa – ma solo dietro il loro consenso – per ospitare e distribuire contenuti dell’azienda come pubblicità e musica o, in alternativa, per avviare progetti di calcolo distribuito che, similmente a quanto già fanno SETI@Home ed altre iniziative simili, sfruttino le risorse di calcolo non utilizzate per risolvere complessi problemi computazionali.
Alla base di questo network di P2P vi è un software chiamato “Altnet Secureinstall”, un componente che ormai da due mesi viene integrato in Kazaa ed installato insieme a quest’ultimo. A Brilliant basterà schiacciare un tasto per “risvegliare” il programma dormiente e dare così vita ad Altnet, un network P2P indipendente da Kazaa ma, nello stesso tempo, con questo interoperabile e pienamente compatibile. Altnet potrà anche essere aggiornata in automatico e ampliata con nuovi servizi e funzionalità…
La stretta comunione fra la rete di Brilliant e quella di Kazaa farà sì che tutte le ricerche lanciate dagli utenti attraverso il noto client di file-swapping vengano effettuate su entrambe le reti: in questo modo Brilliant potrà proporre agli utenti anche i propri contenuti che, come è facile immaginarsi, potrebbero integrare forme di pubblicità o sistemi di digital rights management per l’acquisto delle licenze on-line.
Brilliant sostiene che in seguito all’attivazione di Altnet – prevista fra poche settimane – agli utenti apparirà una finestra pop-up che, oltre a contenere una descrizione del funzionamento e degli scopi della rete, offrirà loro la possibilità di attivare o meno il nuovo servizio.
Come fa notare qualcuno, però, la licenza d’uso dell’attuale versione di Kazaa richiede già che l’utente conceda a Brilliant il diritto di accedere allo spazio disco e alle risorse di calcolo del proprio PC ed utilizzarli per “aggregare contenuti e usarli nel computing distribuito”, e questo rinunciando ad alcun tipo di compenso.
Di fatto, dunque, quei 2,6 milioni di utenti che secondo Download.com nelle ultime settimane hanno scaricato Kazaa, avrebbero già accettato (sebbene ben pochi in modo consapevole) di mettere a disposizione di Brilliant il proprio PC. Se e in quale modo l’azienda si avvarrà di questa clausola non è dato di sapere.
Il progetto di Brilliant appare come uno dei più ambiziosi mai portati avanti del panorama delle tecnologie di advertising e, secondo diversi difensori dei diritti degli utenti, le sue potenzialità appaiono quanto meno inquietanti.
Sono in molti, poi, nel sempre più affollato mondo del file-sharing, a ritenere quella di Brilliant un’idea pericolosa perché potrebbe indurre anche altri importanti player di questo settore a inserire novità di tal calibro all’interno dei propri software.
Il prezzo del gratis, su Internet, è sempre più salato….