Tokyo (Giappone) – Se le basi della “Robotica” furono generate dalla fertile mente del grande scienziato-scrittore Isaac Asimov, ora per la prima volta sembrano essere state messe in campo le energie necessarie per dare a questa branca della scienza la sua prima grande industria di settore in uno dei paesi a più alto sviluppo tecnologico. Questo, almeno, emerge dai progetti del governo giapponese, progetti che sembrano mescolare l’esigenza di nuovi sbocchi per l’economia nipponica ad una visione priva di preconcetti sul futuro della società umana.
Tokyo ha infatti deciso di stanziare circa 40 milioni di euro nel Progetto per Robot Umanoidi, un progettone che entro una decina d’anni dovrebbe portare, nelle intenzioni, alla commercializzazione di robot da vendere prima alle industrie e alle aziende e, per finire, alle famiglie.
Le applicazioni sono numerose, a cominciare da quelle nelle quali un robot potrebbe sostituire uno specialista umano nel rimuovere mine, nel disabilitare bombe o nella ricerca di sopravvissuti dopo un disastro e via dicendo. Tutte applicazioni che nell’insieme consentirebbero di offrire un vero mercato a questo settore tecnologico, che potrebbe così uscire dal ghetto della robotica industriale e di quella d’intrattenimento che sta muovendo ora i primi passi.
“Così come le automobili sono state il più importante prodotto industriale del 20esimo secolo – spiega Hirohisa Hirukawa, ricercatore dell’Istituto nazionale di scienza e tecnologie industriali avanzate giapponese – in futuro la gente potrebbe guardare indietro e vedere come i robot siano stati il più importante prodotto del 21esimo secolo”.
La creazione di un’industria dedicata di settore, capace di nascere dalle costole delle molte grandi imprese che hanno deciso di puntare sulla robotica, potrebbe portare alla realizzazione di robot capaci di posizionarsi all’interno di contesti ai quali oggi non hanno accesso o ne sono solo parziali protagonisti. Uffici, ospedali ma persino le case delle famiglie che potranno permetterselo sono obiettivi del Progetto. L’idea di fondo è quella di inserire i robot nella società fornendo loro nuovi ruoli e promuovendoli come elementi di supporto allo svolgimento delle attività umane nel loro complesso.
Per il Giappone tutto questo sa di importante scommessa sul proprio futuro e di una carta in più da giocare, decisamente creativa e ambiziosa, nella crescente competizione internazionale sul piano tecnologico, dove il Sol Levante può ancora contare su una leadership in alcuni decisivi settori indispensabili allo sviluppo della robotica.
Kenichiro Yoshida, vicedirettore della divisione delle macchine industriali del ministero del Commercio, ha confidato in queste ore alla Reuters che lo scopo è “creare un nuovo mercato sfruttando la tecnologia che il Giappone ha accumulato, e aiutare a rafforzare l’economica sul medio e lungo periodo”.
Intanto la JARA , che raccoglie le industrie giapponesi che si occupano di robotica, applaude gli impegni del governo parlando di un settore industriale che entro il 2010 potrebbe generare un fatturato pari a circa 28 miliardi di euro.