Roma – Il Consiglio Comunale di Lodi ha adottato una mozione con la quale si appoggia l’introduzione del software libero nei sistemi istituzionali e della pubblica amministrazione come alternativa alle tecnologie proprietarie. Una mozione che ricorda da vicino quella già approvata in tempi recenti anche dal Comune di Firenze.
La mozione , approvata dalla maggioranza di centrosinistra con l’astensione dell’opposizione, conferma e dà grande peso ad alcune delle tesi da sempre sostenute dai paladini dell’open source. Il documento rileva, per esempio: “Si fa presente come l’impiego di prodotti proprietari di aziende che non rilasciano il codice con cui sono stati prodotti i programmi rende di fatto impossibile anche ad esperti sapere esattamente cosa quel programma fa o potrebbe fare”. E osserva ancora che questo “ha convinto alcuni paesi tra cui la Francia (ad esempio il Ministero della Cultura, dell’Educazione e del Tesoro), gli USA (comprese agenzie governative come CIA, FBI e NASA), il governo centrale messicano e la Cina a dotare la propria Amministrazione pubblica prevalentemente e preferibilmente di software a codice aperto (open source)”.
Riprendendo i temi che erano a suo tempo apparsi nella celebre lettera-appello Soggezione informatica dello Stato italiano alla Microsoft promossa da InterLex , la mozione del Consiglio Comunale di Lodi sottolinea i maggiori costi dei pacchetti proprietari, nominando esplicitamente il caso di Microsoft Office, e della difficoltà di verificare l’effettiva necessità di certi aggiornamenti, considerati costosi. “Si rileva – afferma la mozione – come di alcuni pacchetti software vengano messe sul mercato di continuo nuove versioni, all’atto pratico spesso diverse dalle precedenti solo per pochi dettagli o poche funzioni marginali, e che, come ogni utilizzatore di strumenti informatici ha avuto modo di osservare, spesso non esiste compatibilità fra due versioni di uno stesso prodotto, derivando così che se un qualunque ufficio della Pubblica Amministrazione che ha acquistato i prodotti Office, poniamo, della serie 2000 trasmette per posta elettronica o tramite floppy disk un documento elaborato con questa versione ad un altro ufficio che utilizza ancora i prodotti Office di una serie precedente, quest’ultimo non sarà in grado di leggerlo”.
Le accuse ai produttori proprietari contenute nella mozione appaiono circostanziate: “Si tratta, in pratica, per quanto variamente mascherata con licenze multiple, sconti e piani di upgrade, di una costrizione piuttosto discutibile ad acquistare sempre il prodotto più recente”.
Secondo il Consiglio Comunale, dunque, solo la scelta del software libero, il cui codice può essere in qualsiasi momento analizzato, offre un paradigma di sicurezza, compatibilità, accessibilità e stabilità del formato tale da garantire efficienza e produttività alla Pubblica Amministrazione, riducendo al contempo i costi di aggiornamento.
“Rilevato che Internet e l’impiego di strumenti informatici diverrà sicuramente quasi un obbligo per ogni abitazione civile (come e più del televisore) di qui a pochi anni – insiste la mozione – non sembra davvero opportuno che in ogni computer, in ogni casa ci sia soltanto software prodotto da una sola azienda e il cui codice non è noto a nessuno tranne che al produttore: questa ipotesi, attualmente estremamente reale, apre scenari preoccupanti almeno in potenza”.
La mozione si conclude dunque con un invito all’amministrazione comunale di Lodi affinché preveda la realizzazione di progetti e l’apertura dei budget necessari a verificare i modi e i tempi della progressiva introduzione del software libero quale tecnologia centrale e “preferibile” per i propri sistemi informativi. Al contempo si chiede anche di operare affinché siano sensibilizzati nella stessa direzione anche altri enti pubblici.
Per il software libero in Italia questo sembra essere un momento d’oro. Basti pensare il risalto che ha avuto l’elaborazione prima e la realizzazione poi della proposta di legge per l’introduzione del software libero nella Pubblica Amministrazione nazionale, proposta presentata recentissimamente dal senatore verde Fiorello Cortiana e appoggiata senza riserve dall’intera comunità open source.
Un plauso all’iniziativa del Consiglio Comunale di Lodi è già arrivato dall’ Associazione Software Libero .