Roma – Gentile redazione di Punto Informatico, avete letto del progetto di Bergamo ? Quello delle telecamere? Spero di sì perché la cosa è assolutamente scandalosa. In pratica hanno tappezzato la città con una quarantina di telecamere collegate direttamente alla sede centrale della Polizia Urbana.
Il ministro degli Interni Scajola ha avuto l’ardire di affermare che senz’altro la questione della privacy dei cittadini è importante ma che l’esigenza di garantire sicurezza lo è di più.
Anzitutto devo ancora vedere qui a Bergamo dei cartelli che con grande evidenza spieghino a chi passa che tutto quello che fa viene visto dalle telecamere. E poi non ho capito come hanno fatto a installarle visto che Rodotà, Garante della Privacy, ha già detto che le telecamere per strada possono avere il solo scopo di sorveglianza specifica in situazioni del tutto particolari (come l’ingresso di una banca) ma non possono essere impiegate per registrare tutto ciò che avviene in pubblico.
Devo dire che, abbastanza scandalizzata, sono andata appunto sul sito del Garante dove è evidente che sono legali solo quelle telecamere che non consentono l’identificazione di chi viene ripreso ma non lo sono quelle, come quelle installate qui a Bergamo, che invece sono pensate apposta per individuare eventuali malviventi.
Mi chiedo a cosa ci porterà tutto questo. Se per il nostro ministro degli Interni la sicurezza viene prima della privacy allora qual è il disegno finale? È quello evidentemente di tappezzare l’Italia di telecamere capaci di spiare tutto quello che avviene con la scusa di fermare la delinquenza.
Ma noi invece dove ci fermeremo? Alla telecamere? E quando domani ci diranno che bisogna mettere una telecamera in casa per essere sicuri che non si fabbrichino bombe in salotto che faremo? Non ci sarà da stupirsi e la cosa passerà del tutto inosservata come questa. E quando ci diranno che tutte le nostre E-mail e i siti che vediamo sono registrati per controllare che non ci siano terroristi tra noi? O che le nostre telefonate sono registrate ma sono al sicuro in una centrale di polizia? O che un GPS sotto la nostra pelle capace di dire alla Polizia dove siamo in qualsiasi momento metterà fine alla delinquenza?
Io di questo mondo, caro Punto Informatico, inizio ad avere paura e ho la sensazione che la tecnologia sia complice di questo degrado che tutto travolge.
Martina Gobetti