Roma – C’erano tutti ieri al Forum PA , l’evento organizzato alla Fiera di Roma che nei tempi delle altisonanti dichiarazioni e rumorosi programmi varati sull’eGovernment si trova inevitabilmente al centro delle attenzioni. Di quelle degli operatori del settore, certo, ma anche degli amministratori più attenti e zelanti e naturalmente anche dei ministri. Che hanno potuto descrivere alle folle come verranno spese molte energie per la rivoluzione digitale della Pubblica Amministrazione.
Franco Frattini, ministro della Funzione pubblica, ha spiegato che i progetti procedono speditamente e che entro la legislatura si otterrà un risultato storico, quello della digitalizzazione dei certificati e della disponibilità di servizi di certificazione online onnicomprensivi, capace dunque di facilitare enormemente la vita al cittadino e alle imprese, aumentando contestualmente l’efficienza di una pubblica amministrazione che deve anche imparare a contenere i costi.
“Nell’era del federalismo – ha affermato Frattini – i cittadini devono potere avere amministrazioni dietro l’angolo di casa che rispondano attraverso il computer e non attraverso carta e penna”. Frattini ha spiegato che è ancora presto per parlare di una “roadmap” alla certificazione online ma ha sottolineato che l’impegno è stato preso dal Governo e che si intende rispettarlo. Il passo più rilevante sarà quello culturale, ha spiegato Frattini, per insegnare alle amministrazioni che gestire anche un solo certificato in meno “significa per loro anche una maggiore efficienza”. “Nel tempo delle tecnologie – ha ribadito poi – ci sono ancora amministrazioni che usano carta e penna scrivendo magari in burocratese. La conseguenza è che le risposte arrivano tardi al cittadino”.
Il ministro all’Innovazione Lucio Stanca ha affermato che entro la fine della legislatura, nell’ambito dei progetti di eGovernment su cui si sta lavorando, potrebbero arrivare in rete almeno 600 servizi della PA sebbene in questa fase il Governo stia focalizzando le proprie attenzioni su circa 80 servizi “chiave”, ritenuti quelli più importanti tanto per i cittadini quanto per le imprese.
Stanca ha anche annunciato una pubblicazione cartacea dedicata alle attività online della Pubblica Amministrazione. Per diffondere la conoscenza dei servizi della PA, a livello locale e centrale, e dei servizi messi a disposizione online, Stanca ha infatti spiegato che entro pochi giorni inizierà la distribuzione in milioni di copie di una guida su supporto tradizionale. “Entro quindici giorni – ha spiegato – sarà pronta questa guida il cui titolo è: Dalle Code al Clic”.
“Per ciò che attiene al rinnovamento tecnologico – ha affermato Stanca – ci ritroviamo a partire praticamente da zero. Il nostro Paese è al 21esimo posto sui 23 Paesi esaminati nella classifica globale dell’e-government. Questa è l?eredità dei governi precedenti. Tuttavia l?Italia evidenzia oggi un forte dinamismo. Dalla seconda metà del 2001 siamo arrivati al secondo posto per numero di nuovi servizi messi in rete, con un incremento del 68%. In questi giorni, stiamo definendo le linee guida per lo sviluppo della Società dell?informazione dal 2002 al 2005. Queste interessano cinque aree di attività: interventi strutturali (alfabetizzazione, larga banda, codice della Società dell?informazione), politiche di settore ( e-business, occupazione, formazione), e-government (digitalizzazione della P.A.), infrastrutture che interessano l?e-governmet (carta d?identità, firma digitale, sicurezza ITC), cooperazione internazionale”.
Stanca ha anche confermato che entro la fine di questo mese partirà Italia.gov.it, “portale d’Italia” che secondo Stanca “collegherà l?intera popolazione con la Pubblica Amministrazione”. Proprio entro la fine del mese, tra l’altro, gli enti locali dovranno presentare i progetti di eGovernment, secondo il piano elaborato dallo stesso Stanca.
A tutto questo si devono aggiungere altre parole, quelle pronunciate dal ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri, che ha colto l’occasione per riaffermare che nella prossima finanziaria saranno inserite le risorse per lo sviluppo della banda larga, soprattutto per le “aree meno sviluppate del paese, dove il mercato da solo non riesce a stimolare la domanda”.