Roma – Applied Digital Solutions alla fine ce l’ha fatta e ha ottenuto di impiantare negli avambracci dei tre membri di una famiglia americana i suoi chip sottopelle che possono essere letti da computer portatili dotati di un apposito scanner. Per l’azienda è una vittoria significativa, visti gli ostacoli posti sul suo cammino dalle normative americane.
La Food and Drug Administration, invece, assiste per il momento impotente a quello che assomiglia ad un astuto aggiramento delle decisioni pronunciate. Come si ricorderà la severa autorità di controllo americano aveva detto sì ai chip sottopelle a patto che non contenessero informazioni di tipo medico.
Nella famiglia Jacobs, Applied Digital ha inserito un chip che contiene soltanto alcune informazioni utili all’identificazione della persona e dei numeri di telefono. Si tratta di dati che una volta letti possono essere interfacciati con un database esterno, gestito dall’azienda, che contiene le informazioni mediche di interesse.
Al di là di quanto affermato dalla FDA, dunque, il VeriChip viene utilizzato per scopi medici, come hanno sottolineato peraltro proprio i Jacobs dopo l’inserimento del chip, applicato in un minuto sotto anestesia locale.
Al di là di ogni altra considerazione, come quella legata al fatto che un chip del tutto simile viene già utilizzato su molte diverse specie animali con finalità di controllo e identificazione, è ovvio che l’impianto sottopelle desti interesse, come sta facendo in queste ore, in tutto il mondo. Sono in molti, infatti, a ritenere che si sia aperta la strada verso un nuovo tipo di interazione tra uomo e macchina. Va detto che ha qualcosa di inquietante la definizione dell’impianto data da Applied Digital, che l’azienda chiama il chipping della famiglia Jacobs .