New Orleans (USA) – Uno dei maggiori problemi che si pone davanti ai progettisti di CPU è quello di mantenere i consumi energetici dei chip entro valori accettabili al salire della frequenza di clock. Una sfida che per i chipmaker si rinnova sempre più di frequente, sia perché il clock dei processori cresce ormai a ritmi frenetici, sia perché si avvicina sempre più il limite invalicabile delle tecnologie basate sul silicio.
L’ultima soluzione escogitata da Intel per ovviare a tutto ciò è l’impiego, nei propri chip, dei cosiddetti “sleep transistor”, circuiti in grado di disattivarsi in caso di inutilizzo. Intel ha spiegato che con questa tecnica, che somiglia da vicino a quella già impiegata per disattivare il segnale di clock in certe aree di un chip, è possibile tagliare i consumi di corrente da 10 fino a 100 volte.
“Invece di bloccare il clock – ha spiegato un ricercatore di Intel – blocchiamo l’alimentazione elettrica”.
Per implementare questa tecnica Intel dovrà sviluppare ex novo degli strumenti di computer-aided design (CAD) che le permettano di suddividere un chip in varie aree, le stesse che all’occorrenza possono essere messe “in letargo”. Al momento lo scotto da pagare per avvantaggiarsi di questo tipo di circuiti è quella di ottenere chip di dimensioni un po’ più grandi e transistor con una risposta leggermente più lenta di quelli attuali.
Intel pensa di impiegare questa nuova tecnologia nei prossimi processori fabbricati con un processo a 0,10 e 0,065 micron: in termini di tempo, questo potrebbe voler dire fra 3 o 4 anni.
Va detto che il consumo energetico legato all’attività dei computer è oggi al centro di intensi dibattiti in aree, come lo stato americano della California, dove più alta è la penetrazione dei computer e maggiore è il problema energetico che ne deriva. Con l’aumentare della performance dei sistemi tende ad aumentare anche la richiesta energetica, un problema che si annuncia sempre più urgente anche in altre aree dei paesi più sviluppati.