Redmond (USA) – Microsoft sta lavorando ad un progetto, denominato Palladium, con cui conta di dare inizio a quella che molti considerano la più grande rivoluzione mai conosciuta dal frenetico, ma tutto sommato conservatore, mondo dei PC. Il big di Redmond vuole infatti trasformare profondamente l’architettura del PC per risolvere, almeno in buona parte, tre fra i più grossi problemi che affliggono da un lato l’utenza e dall’altro la grande industria: sicurezza, privacy e protezione delle proprietà intellettuali.
Pubblicando un’intervista ai responsabili del “progetto Palladium”, il settimanale Newsweek ha delineato i contorni di un ambizioso piano che, se andrà in porto, viene ritenuto addirittura in grado di trasformare per sempre il concetto stesso di PC.
Palladium, la leggendaria statua raffigurante Atena e rotettrice dell’antica Troia, è un progetto che coinvolgerà tanto il sistema operativo quanto l’hardware: un connubio dal quale Microsoft spera di ottenere un livello di sicurezza mai raggiunto prima.
Il colosso di Redmond sembra dunque pronto ad azzardare una mossa che, fino ad oggi, non è riuscita nemmeno alla potente lobby dell’industria del copyright: spingere i produttori ad integrare nei componenti hardware, partendo dai microprocessori, funzioni di sicurezza capaci di identificare gli utenti, cifrare i dati e impedire la copia di materiale protetto da copyright. Non stupisce che lo stesso Newsweek abbia descritto il piano di Microsoft come “il più ambizioso e rischioso” della sua storia.
Questo significherà, secondo quanto riportato da Newsweek, che sui PC Palladium potrà girare solo software certificato, ossia contenente una firma digitale: un po’ come oggi avviene con Xbox.
Microsoft sembra convinta che questo sia l’unico modo per fermare una volta per tutte virus, worm, troiani e altri codici malevoli che minacciano quotidianamente i PC degli utenti.
Attraverso la collaborazione di Intel e AMD, che hanno già approvato il progetto di Microsoft, i PC Palladium saranno in grado di identificare univocamente ogni utente: questa inquietante caratteristica farà sì, a detta di Microsoft, che gli utilizzatori di computer possano verificare più efficacemente la provenienza di dati, informazioni e messaggi ricevuti attraverso Internet, impedendo eventualmente l’accesso alle identità sconosciute o non gradite.
Per proteggere i dati archiviati di un PC, Palladium utilizzerà la crittografia e consentirà di creare documenti e messaggi che possano essere aperti solo dai legittimi destinatari. Sarà inoltre possibile spedire e-mail che non possano essere inoltrate ad altre indirizzi al di fuori di quelli specificati dal mittente.
Nelle transazioni on-line Palladium si avvarrà di un agente software per trasmettere su Internet, in forma criptata, solo i dati personali strettamente necessari all’operazione. L’agente, chiamato da Microsoft “My Man”, sarà programmato per raggiungere solo la destinazione prescelta: in caso di dirottamenti, il “nostro uomo” provvederà ad autodistruggersi.
Contro lo spam, il progettone di Microsoft prevede l’adozione di filtri e altri meccanismi in grado di bloccare ogni e-mail non richiesta prima che questa raggiunga la mailbox dell’utente.
Dulcis in fundo, non poteva mancare in Palladium la tecnologia Digital Rights Management (DRM), un meccanismo attraverso cui Microsoft spera di offrire all’industria del copyright un modo sicuro per distribuire via Internet musica, video ed altri contenuti.
A ben vedere sono davvero pochi i concetti originali celati dietro a Palladium, ma quello che rende questo sistema davvero unico e innovativo è la simbiosi con cui tutti questi concetti si ritroveranno per la prima volta ad operare all’interno dei PC, uno standard che oggi domina oltre il 90% del mercato dei computer desktop.
I primi mattoni del progetto Palladium potrebbero venir integrati in Longhorn, il nome in codice della prossima major release di Windows attesa per il 2004.
E’ facile immaginare che i maggiori nemici di Palladium saranno proprio gli utenti, gli stessi che in passato si sono sempre dimostrati insofferenti verso ogni forma di controllo e protezione dei contenuti. E Palladium sembra proprio un concentrato di “idee” che, se potranno forse essere accettate dalle aziende, difficilmente andranno a genio agli utenti. Si pensi al vespaio sollevato anni or sono dal codice identificativo che Intel cercò di far passare con il Pentium III – e su cui fu poi costretta a fare marcia indietro -, o più di recente, alle campagne contro il tentativo, da parte di una certa fetta dell’industria dell’IT, di integrare negli hard disk forme di protezione come il CPRM.
Alcuni analisti sostengono poi che Palladium potrebbe dare a Microsoft una posizione ancor più dominante, rendendola garante e governatrice assoluta di tutto ciò che riguardi la sicurezza e la protezione di dati e copyright nell’ambito dei PC Windows.
Microsoft ha già in programma conferenze, campagne di marketing e tavole rotonde con esperti di ogni settore, per convincere ancora una volta il mondo che il suo prodotto è quello giusto: o meglio, che il suo prodotto è l’unico possibile. Un’impresa che, questa volta, suona davvero epica.