2mila siti oscurati in Arabia

2mila siti oscurati in Arabia

La censura sarebbe dovuta al timore di destabilizzazione da parte dei fondamentalisti. Ne parlano i ricercatori di Harvard. Al centro i seguaci di Bin Laden
La censura sarebbe dovuta al timore di destabilizzazione da parte dei fondamentalisti. Ne parlano i ricercatori di Harvard. Al centro i seguaci di Bin Laden


Roma – Sono più di duemila i siti internet che nelle ultime settimane sono stati oscurati dalle autorità dell’Arabia Saudita, probabilmente per timore che dalla rete giungano spinte destabilizzanti in un momento critico per la stabilità dell’intera regione mediorientale.

A parlarne in questi termini sono due ricercatori dell’università americana di Harvard – Jonathan Zittran e Benjamin Edelman – che vedono nella mossa delle autorità di Riad un tentativo di contenere l’estremismo islamico fomentato dai seguaci di Osama Bin Laden in un momento in cui si parla con sempre maggiore insistenza di un possibile attacco al regime iracheno di Saddam Hussein. Una situazione potenzialmente esplosiva anche per il ricco regno saudita.

Stando a quanto riportato dalla BBC, gli esperti di Harvard giudicano i 2mila siti legati in un modo o nell’altro ad attività informative di tipo politico, religioso o persino erotico, sebbene siano stati oscurati anche spazi web apparentemente “innocui”, come quelli dedicati alla musica o alla moda.

Un elemento fondamentale per comprendere la rilevanza della ricerca è il fatto che Zittran e Edelman hanno avuto il via libera per il loro lavoro da parte del Governo di Riad. “Hanno accettato di farci vedere la loro versione di internet – ha spiegato Edelman – per consentirci di valutare quel che permettono e quello che vietano. La maggioranza degli altri paesi non ha accettato di farlo quando lo abbiamo chiesto”.

A quanto pare, i due hanno monitorato un parco di 64mila siti internet. Sulle pagine di quelli oscurati, il Governo ha fatto apporre una pagina web che attesta l’avvenuta censura “al fine di tutelare i valori dell’Islam”.

Secondo gli autori dello studio, l’effetto della censura non è naturalmente solo quello di ostacolare l’ingresso nel paese di idee “scomode”, elemento che da sempre guida la mano censoria di Riad, ma anche quello di togliere strumenti di critica alla parte più conservatrice della società saudita.

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Pubblicato il
1 ago 2002
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