Roma – C’era anche il ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri alla presentazione di quella che è stata definita la rete in fibra ottica “più veloce d’Europa”, un’affermazione che poggia sulla capacità del network denominato ATLAS di gestire fino a 320 gigabit al secondo.
Si tratta di un progetto che è stato finanziato dalla Commissione Europea nell’ambito del programma IST (Information Society Technologies) e al quale ha partecipato una compagine mista di aziende e università europee: le francesi United Monolithych Semiconductors e Thompson, la svizzera Opto Speed, l’Istituto delle Telecomunicazioni del Portogallo, le università di Paderbon, in Germania, e lo University College di Londra. Partner italiani del progetto erano, oltre all’Istituto superiore delle Comunicazioni, anche l’Università di Padova e i Pirelli Labs.
“Abbiamo dimostrato – ha affermato Carmelo Basso, direttore dell’Istituto Superiore – che si possono trasmettere contemporaneamente molti canali ad altissima capacità su lunghissime distanze e durante la propagazione cambiare la loro lunghezza d’onda o colore, effettuando il tutto sempre a livello ottico e senza ricorrere all’elettronica”.
Con la sua capacità di gestione di mezzo milione di chiamate voce contestuali e di un numero elevatissimo di dati ATLAS dovrebbe riuscire a ridurre i costi della connettività infracontinentale.