Roma – La saga del balzello sui supporti vergini, in particolare sui CD, visto come forma di “compensazione” per i mancati introiti per le “copie private” è ben lunga dall’essersi esaurita e questa volta a scendere in campo sono gli associati SIAE.
Dopo la sollevazione popolare con cui è stata accolta soprattutto in rete la prossima normativa sulla questione, che di fatto estende ai supporti digitali vergini gabelle già previste su supporti più tradizionali; dopo la denuncia del senatore diessino Pietro Folena, arriva ora la reazione dei musicisti iscritti alla SIAE.
In particolare hanno fatto sentire la loro voce in materia i componenti de “L’Associazione”, il sindacato degli autori che annovera nelle sue fila nomi come Lucio Dalla e Gino Paoli. A loro parere è necessario rapidamente ratificare la direttiva comunitaria che prevede l’armonizzazione delle royalty su questo genere di supporto nel Vecchio Continente giustificando così i nuovi balzelli italiani.
Secondo L’Associazione se non si va al “riallineamento” l’Italia rischia di diventare “una colonia culturale”, anche perché in Italia oggi gli artisti guadagnerebbero meno di quanto accade in Francia, Spagna o Danimarca.