Roma – Il robot Zeus che da anni si è fatto largo quale strumento di supporto essenziale per alcune delicate forme di intervento su adulti e bambini verrà presto utilizzato per operazioni pre-parto, su quel tipo di chirurgia, dunque, applicata ai bambini prima dell’effettiva nascita.
“Zeus the robot” è già oggi utilizzato in Italia da cinque strutture specializzate ma in mezzo mondo ha già riscosso importanti successi. “Proprio gli ottimi risultati ottenuti con i piccoli pazienti – ha affermato Scott Hammond, uno dei padri del robot intervistato a Genova dall’AdnKronos – ci hanno spinto a studiare una versione ad hoc per correggere spina bifida, labiopalatoschisi e malformazioni cardiache del feto, subito dopo la diagnosi”.
Per arrivare al parto di uno Zeus “prenatale” ci vorrà almeno un anno di lavoro ancora, ma l’ottimismo è alle stelle.
Realizzato da Computer Motion , il robot Zeus è fondamentalmente composto da due elementi. Uno è quello di comando, dove una interfaccia hardware basata su joystick, pedali e schermo consente al chirurgo di muovere i bracci di Zeus e di visualizzare nel dettaglio tutto ciò che Zeus vede sul paziente. Si tratta per di più di una visione “enhanced”, perché il chirurgo può vedere il tutto in tre dimensioni e dunque lavorare con estrema precisione.
La seconda parte è invece il macchinario vero e proprio, costituito dalle braccia meccaniche e da una telecamera ad alta risoluzione che sostituiscono il chirurgo sul tavolo operatorio e consentono anche interventi da remoto, quella telemedicina che si sta rivelando sempre più preziosa.