Canesta svela la tastiera fantasma

Canesta svela la tastiera fantasma

Si può proiettare su qualsiasi superficie piatta; richiede un solo piccolo dispositivo applicabile a PDA, smart phone e altri dispositivi mobili
Si può proiettare su qualsiasi superficie piatta; richiede un solo piccolo dispositivo applicabile a PDA, smart phone e altri dispositivi mobili

La Jolla (USA) – Canesta , una piccola azienda californiana, proclama che “i crampi delle dita derivanti dal digitare su telefoni cellulari e PDA è un ricordo del passato”. La soluzione proposta è un chipset in grado di proiettare, attraverso un invisibile raggio di luce, una tastiera virtuale su di una qualsiasi superficie piatta.

Lo scorso anno Senseboard aveva già svelato una tastiera virtuale per PDA e telefoni cellulari, ma questa richiedeva l’utilizzo di un ingombrante head mounted display e di una coppia di sensori da applicare alle mani. La soluzione presentata da Canesta si compone invece di un unico piccolo dispositivo da applicare, ad esempio, alla parte superiore di un PDA: questo integra un proiettore e un sensore per rilevare il movimento delle dita nello spazio tridimensionale.

Canesta sostiene che la stessa tecnologia può essere utilizzata per simulare mouse e altri dispositivi di controllo.

Il proiettore montato sul dispositivo di Canesta utilizza un piccolo laser interno per “disegnare” su di una superficie piatta, come una scrivania, una tastiera QWERTY tradizionale con layout configurabile. La fonte di luce illumina in modo invisibile le dita dell’utente ed un sensore tiene traccia dei movimenti traducendoli in battute.

L’azienda sostiene che il suo prodotto, frutto del lavoro di due anni di sviluppo, verrà integrato nei dispositivi mobili a partire dalla prima metà del prossimo anno ad un prezzo che, stando a Canesta, dovrebbe essere di poco superiore a quello di una tastiera wireless “da taschino”.

La start-up si è detta impegnata in progetti che vedranno impiegata la sua tecnologia in campi quali quello militare, medico e videoludico.

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Pubblicato il
24 set 2002
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