Roma – Peter Gabriel ancora una volta va allo scontro diretto con la rete. Produce il suo nuovo album, “Up”, e si affida ad incerti gestori delle public relations per annunciare al mondo che il CD è posto in vendita contemporaneamente nei negozi e su internet, con musica scaricabile a pagamento.
Capirai che notizia. Gli appassionati del peer-to-peer hanno avuto giorni ormai per scambiarsi i preziosi file dei brani dell’album di uno dei massimi esponenti della musica contemporanea. Ma il p2p si finge che non esista e non se ne parla nei comunicati ufficiali, nemmeno quando questi ultimi sono ripresi da media che ormai dovrebbero essere usi ad una banalità del genere, cioè che la musica in rete gira senza controllo.
Stupisce ancora di più che proprio Gabriel, in merito, non abbia voluto dichiarare alcunché. In molti ricordano le sue sparate su Napster e sui perversi effetti del file-sharing, capace di togliere all’artista gli strumenti per creare…
A fronte di un luogo nel quale confluiscono decine di milioni di utenti per scambiare musica (anzi “tradare”, come qualcuno dice qui da noi con un orribile inglesismo), Gabriel produttore di sé stesso non trova niente di meglio che un sistema di distribuzione online da 10 dollari. Tanto dovrà pagare chi vorrà ascoltare “Up” sul proprio computer.
“Up” è infatti blindato nelle tecnologie di protezione firmate da Microsoft, quelle del Windows Media Audio (WMA), che consentono all’incommensurabile artista una mossa interessante ma inutile, quella della possibilità di masterizzare su un massimo di due CD il contenuto dell’album. Inutile, perché tutti quei brani sono già disponibili gratuitamente agli utenti di WinMX, Kazaa e degli altri numerosi e popolari software di condivisione. Senza contare quelli che con il WMA non vogliono avere a che fare o non possono farlo girare sul proprio sistema.
Tutto questo viene ignorato. Addirittura un comunicato ufficiale sostiene che grazie al formato WMA ci si è assicurati che la musica di Peter Gabriel non sarà distribuita illegalmente. E’ la nuova strategia contro il p2p: ignorarlo.
Contenti loro. Anzi, contento il maestro, contenti tutti.