Un esercito supera la cifratura a 64bit

Un esercito supera la cifratura a 64bit

Ci sono voluti l'equivalente di quattro anni/uomo per superare l'algoritmo, un lavoro di analisi compiuto da 331mila computer messi a disposizione da volontari
Ci sono voluti l'equivalente di quattro anni/uomo per superare l'algoritmo, un lavoro di analisi compiuto da 331mila computer messi a disposizione da volontari


Roma – Sono stati ben 331.252 coloro che hanno messo a disposizione una parte delle capacità di processo dei propri computer per arrivare ad un risultato del tutto interessante: il superamento della cifratura a 64bit RC5.

Come si racconta in una nota diffusa da distributed.net, organizzazione che ha coordinato questo lavoro collettivo, i computer dei volontari contributori del progetto di ricerca hanno analizzato la bellezza di 15.769.938.165.961.326.592 chiavi prima di “individuare” quella giusta (per la cronaca: l’ha individuata un PC dotato di Pentium III che si trova a Tokyo).

Tutto questo consente a distributed.net di incassare l’assegno da 10mila dollari messo in palio da RSA Security per il suo “RC5-64 Secret-Key Challenge”.

“Apprezziamo molto – ha affermato David McNett di distributed.net – il lavoro che tutti questi volontari hanno svolto con il loro tempo e il tempo dei loro processori per contribuire a vincere questa sfida. Abbiamo dimostrato ancora una volta quanto la potenza di calcolo collettiva possa essere applicata alla tecnologia di sicurezza partendo da personal computer qualsiasi. Attendiamo nuove sfide di RSA Security che aiuteranno la comunità crittografica a collaudare la potenza di un algoritmo o di una applicazione rispetto ad una ricerca di chiavi esaustiva”.

Secondo distributed.net il fatto che il challenge sia stato superato significa che i 64bit non devono essere più utilizzati per conservare dati che si ritenga debbano rimanere classificati per molti anni.

Per confermare l’avvenuto superamento della chiave è stata individuata la frase che RSA Security aveva posto sotto protezione dell’algoritmo: “Ci sono cose che è meglio non vengano lette”.

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Pubblicato il
1 ott 2002
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