Colpite le majors per i prezzi dei CD

Colpite le majors per i prezzi dei CD

Le cinque grandi ed altri produttori accettano di pagare 67,3 milioni di dollari per uscire da una delicata causa antitrust, senza voler ammettere di aver fatto ricorso a pratiche illegali per tenere su i prezzi della musica
Le cinque grandi ed altri produttori accettano di pagare 67,3 milioni di dollari per uscire da una delicata causa antitrust, senza voler ammettere di aver fatto ricorso a pratiche illegali per tenere su i prezzi della musica


Roma – In un momento aspro nella battaglia della majors della discografia contro la diffusione senza controllo della musica in rete, suscita una notevole attenzione la decisione dei maggiori discografici americani di versare 67,3 milioni di dollari quale compensazione per aver tenuto artificiosamente in alto i prezzi dei CD in vendita nei negozi.

“Questo – ha affermato il procuratore generale di New York Eliot Spitzer – è un accordo fondamentale che riguarda anni di pratiche di prezzo illegali. Il nostro agreement darà ai consumatori sostanziosi risarcimenti e consentirà la distribuzione di una grande varietà di registrazioni per l’uso nelle scuole e in altre comunità”.

Ad aver dovuto cedere dopo 2 anni di inchiesta antitrust sono tutti i grandi nomi del settore: EMI Music Distribution, Warner-Elektra-Atlantic, Sony Music Entertainment, Universal Music Group e Berteslmann Music Group. Insieme a loro anche tre rivenditori di musica con cui le aziende si sono impegnate a donare 75,7 milioni di dollari di CD a istituzioni didattiche e di recupero.

Va detto che le majors hanno deciso di pagare senza però ammettere di aver sbagliato, come già accaduto in passato in casi diversi. Anzi, Will Tanous, portavoce della Warner, ha affermato che “la sistemazione di questi problemi è stata una decisione industriale per evitare ulteriori costose e infinite contestazioni”. Pagano, dunque, per non sentirsi più sotto accusa. Sullo stesso piano anche le prime affermazioni ufficiali di BMG (Bertelsmann), secondo cui le pratiche al centro del procedimento sono perfettamente legali. In tutti i casi viene respinta l’ipotesi che le majors abbiano realizzato un “trust” per gestire artificiosamente il mercato.

Come noto le majors sono peraltro già al centro di nuove iniziative giuridiche tese a stabilire se le battaglie legali condotte contro i sistemi di distribuzione musicale in rete e altre operazioni non nascondano il desiderio di appropriarsi in modo indebito anche del mercato della distribuzione della musica in rete.

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Pubblicato il
2 ott 2002
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