Roma – La censura corre dentro e fuori dalla rete, la caccia alle streghe attorno alla pedofilia non si è conclusa e la riconquista di spazi critici viene ritenuta essenziale da un numero crescente di soggetti. Tra questi vi sono anche gli artisti del celeberrimo 0100101110101101.ORG , che hanno deciso di raccontare a modo loro la clamorosa storia della censura subìta per aver osato rendere disponibile sul proprio computer connesso ad internet il volume “Lasciate che i bimbi” firmato dal nome collettivo di Luther Blissett.
Il libro, dedicato appunto alla “caccia alle streghe”, fin dal suo primo apparire suscitò feroci polemiche e rappresenta probabilmente uno dei momenti di maggiore visibilità tra le opere di Blissett. Lo scorso marzo però ha scatenato il provider PSInet, che ha minacciato di staccare 0100101110101101.ORG dalla rete qualora quelle pagine non fossero state rimosse.
Per raccontare l’accaduto secondo i propri canoni estetici e comunicativi, “010” ha pubblicato The File that wouldn’t leave .
La narrazione dei fatti racconta la censura e presenta anche il fax con cui PSINet intimò la rimozione non solo dei testi ma anche dei link ad altri siti che li pubblicavano. Il tutto condito da un richiamo ai Termini di Servizio che di fatto consentono a PSINet, e certo non solo a questa fornitore di servizi, di operare in guisa di giudice e poliziotto della rete.
Il racconto della clamorosa censura ai danni di una riproduzione parziale dell’archivio del Luther Blisset Project si accompagna alla presentazione di un “movie”, un cartoon pensato per denunciare “la sottile censura ottenuta attraverso le policy del net-abuse, che consente – si legge in una nota di 010 – di imporre la rimozione da un sito web di qualsiasi materiale considerato diffamatorio, osceno, pornografico, pedofilo o semplicemente sconveniente”.
“Il sistema di connettività piramidale da cui è costituita internet – affermano quelli di 010 – consente a qualsiasi server con un semplice messaggio email di scatenerare una reazione a catena di richieste di rimozione che, dietro la minaccia di tagliare la connettività, iniziano dai server di massimo livello e vanno giù, fino a raggiungere il singolo sito che ospiti quel materiale. Laddove a nessun server si chiede di verificare la verità delle accuse, qualunque server ha il diritto di imporre la rimozione dei contenuti ai server chi si trovano sotto di esso”.
Ed è qui il significato di The File that wouldn’t leave: dimostrare come funziona e dove porta questo genere di censura applicata ad Internet.