Roma – Pochi giorni fa il sito Top500.org ha pubblicato la nuova classifica dei 500 supercomputer più potenti al mondo. L’aggiornamento, che avviene solo due volte all’anno, contiene diversi dati interessanti ed è stato seguito, quasi a sfruttarne l’eco, dagli annunci di diversi produttori che proclamavano l’arrivo di nuovi “mostri” di calcolo, gli stessi che prossimamente entreranno a far parte delle future edizioni della Top500.
La prima nota interessante riguarda il fatto che i cluster di server Linux, basati sulla tecnologia open source Beowulf , hanno superato la barriera del teraflops, ovvero dei 1.000 miliardi di calcoli al secondo, e due di essi – l’ MCR del Lawrence Livermore, costruito da Linux NetworX, e il Jet del Forecast Systems Laboratory, costruito da HPTi – si sono rispettivamente posizionati in quinta e ottava posizione, dunque fra i primi 10 supercomputer più veloci al mondo.
Gli altri supercomputer Linux ad aver superato la soglia del teraflops si trovano in 17esima, 22esima, 32esima, 42esima e 46esima posizione, costruiti rispettivamente da Atipa, Dell, HP e Linux NetworX.
Negli ultimi sei mesi è cresciuto anche il numero di supercomputer installati in Italia che sono entrati a far parte della Top500. In tutto sono 16 e, fra i primi 5, si trovano: al 30esimo posto l’IBM pSeries 690 Turbo del Cineca, al 96 esimo posto l’IBM pSeries 690 Turbo di Telecom Italia, al 149esimo posto l’HP SuperDome 875 dell’ENI, e al 150esimo e 237esimo posto due HP SuperDome 875 di Telecom Italia. Più in giù troviamo, in ordine, i sistemi installati presso Netsiel S.p.A., Omnitel Pronto Italia, Banca Sella, WIND Telecom S.p.A. e CDM Technoconsulting.
IBM non è ancora riuscita a riguadagnare la vetta della classifica, ora guidata da NEC, accontentandosi di una quarta posizione, subito dietro ad HP. Big Blue è però nuovamente leader della Top500 per quello che riguarda la somma totale di teraflops forniti dai propri sistemi: con circa 94.000 teraflops IBM rappresenta il 31% della potenza di calcolo totale espressa dai primi 500 supercomputer al mondo, seguita ad una certa distanza dai circa 65.000 teraflops collezionati da HP.
Proprio in questi giorni Big Blue ha però annunciato di essersi accaparrata un contratto con il Dipartimento per l’Energia americano da oltre 200 milioni di dollari per la costruzione di quello che, il prossimo anno, potrebbe divenire il più veloce supercomputer al mondo. Il suo nome è ASCI Purple e la sua potenza di calcolo, nella sua prima incarnazione, sarà di 100 teraflops, circa tre volte superiore a quella del super mostro di NEC. IBM conta già di spingere il suo titano oltre i 450 teraflops nel giro di due anni.
ASCI Purple, come già alcuni dei più potenti calcolatori al mondo, verrà primariamente utilizzato per simulare esplosioni e armi nucleari.
Di recente IBM aveva annunciato Blue Gene/L , un supercomputer basato su Linux che sarà in grado di macinare 367 teraflops.
Ecco gli altri supercomputer annunciati in questi giorni, fra cui il colosso di Cray.
Big Blue ha recentemente rilasciato l’eServer p655, una nuova generazione dell’ormai “mitico” Deep Blue, il supercomputer che nel 1997 batté a scacchi l’allora campione del mondo Garry Kasparov. Il p655 è costituito da un rack di 128 processori Power4 e, secondo IBM, occupa solo un sesto dello spazio rispetto ad un tipico server basato su Itanium 2.
Il p655 si pone in diretta concorrenza con il debuttante Origin 3900 di SGI, una macchina in grado di stipare in un solo rack 128 processori MIPS.
Sempre in questi giorni anche Sun e Cray hanno annunciato le loro rispettive mosse sul mercato dei supercomputer. Sun ha presentato una nuova evoluzione della propria tecnologia Fire Link che può essere utilizzata per connettere fra loro fino ad otto sistemi hi-end di Sun, come i Fire 6800 (24 processori), 12K (52 processori) o 15K (106 processori). Unendo la potenza dei suoi supercomputer anche Sun ambisce a scalare la vetta della Top500, classifica in cui al momento è arrivata a toccare la 145esima posizione.
Cray, che nella Top500 rientra invece all’interno delle prime 40 posizioni, con il suo nuovo supercomputer X1 ha voluto puntare al podio più alto, scalzando NEC dalla vetta. X1, appena rilasciato sul mercato, è in grado di macinare 52 teraflops grazie a 1.024 processori vettoriali da 800 MHz ciascuno.
Cray sostiene di essere già al lavoro su di un ambizioso progetto per la costruzione di un mostro in grado di esprimere potenze di calcolo nell’ordine dei “petaflops”, ovvero dei 1.000 tareaflops: il primo prodotto commerciale di questo tipo dovrebbe arrivare sul mercato entro il 2010.