Tokyo (Giappone) – A partire dal prossimo anno Sony immetterà sul mercato una nuova generazione di CD audio “protetti” da cui sarà possibile, in un modo sottoposto ad un rigido controllo, l’estrazione delle tracce audio su di un PC con Windows (già prevedibile la reazione degli utenti Mac e Linux che, ancora una volta, vedono i loro sistemi bellamente ignorati dalle major discografiche).
I nuovi CD “col lucchetto” di Sony, chiamati Label Gate CD, saranno riconoscibili per la presenza di un bollino e l’assenza del logo “Compact Disc Digital Audio”.
Similmente ad altre tecnologie per la protezione dei CD di musica, come le ultime versioni della Cactus Data Shield di Midbar ( ora di Macrovision ), anche quella di Sony si basa sulla presenza, all’interno del CD, di due differenti versioni dei brani di musica: una tradizionale, riproducibile su qualsiasi lettore stand-alone, ed una compressa, riproducibile sui PC attraverso un player chiamato Magiqlip.
A differenza dei CD “ibridi” già sul mercato , Sony ha fatto in modo che la sua nuova protezione offra la possibilità agli utenti di copiare la musica in versione compressa sul proprio PC. Per fare ciò sarà necessario connettersi ad Internet e inviare a Sony il proprio product identifier (PID), una specie di numero seriale unico che contraddistingue ogni CD venduto: una volta autenticatisi, si riceverà una chiave digitale che renderà possibile decodificare la musica contenuta sul CD e copiarla sul disco. La chiave sarà però valida una sola volta e su di un solo PC: la successiva richiesta di una chiave di decodifica sarà a pagamento e costerà 1,64 dollari.
Sony sostiene che alla base della sua nuova protezione c’è il meccanismo di digital rights management OpenMG, una tecnologia di cui il colosso giapponese spera di estendere il supporto ai maggiori produttori di dispositivi audio.
Sony ha anche spiegato che le tracce audio convenzionali incise sui suoi CD Label Gate saranno protette da una tecnologia che ne previene al riproduzione e la copia sui computer. Fino ad oggi, però, simili barriere si sono rivelate ostacoli fin troppo fragili per i cracker e gli utenti più smaliziati.