Roma – E’ giunta da Washington nelle scorse ore la notizia della prematura morte di eDNA, il sistemone sul quale stava lavorando la Difesa USA che qualcuno aveva descritto come “l’arma finale” contro l’uso malevolo di Internet. E che qualcun altro aveva invece attaccato come l’ennesima trovata del law & order americano.
Può sembrare folle agli smanettoni di vecchia data ma effettivamente un’agenzia del Pentagono ha valutato l’idea di introdurre un sistema che avrebbe legato ogni pagina web visitata o ogni email inviata e ricevuta a dei “marchi” rivelatori associati di volta in volta alla persona connessa ad Internet.
Una tale identificazione secondo gli esperti del Pentagono che hanno tentato di portare avanti il progettone sarebbe stata resa obbligatoria in una serie di reti e sottoreti dove viene richiesta la massima sicurezza . Il tutto supportato da tecnologie biometriche, dalla scansione dell’iride al riconoscimento vocale, alle quali gli utenti coinvolti avrebbero dovuto piegarsi.
Ora dalla DARPA (Defense Advanced Research Projects Agency) è giunta però la conferma che eDNA non diverrà una realtà, almeno non per il momento.
Una portavoce dell’agenzia ha spiegato che ciò che ha attirato l’attenzione della DARPA verso questo progetto era “la realizzazione della complessa ricerca scientifica riguardante la creazione di funzionalità di rete capaci di offrire nel cyberspazio lo stesso livello di conoscenza e affidabilità che abbiamo nel mondo fisico”.
Conseguenza del progetto sarebbe stata una possibile nuova legge che avrebbe obbligato i provider a consentire l’accesso ad internet solo ad utenti certificati. O, forse ancora peggio, il Governo americano avrebbe potuto imporre la revisione del protocollo TCP/IP su cui si fonda internet o la creazione di nuovi protocolli per la gestione delle nuove procedure di autenticazione.
Il rischio che tutto questo potesse vedere la luce sembra però ora dissolversi. I motivi non sono chiarissimi, sebbene sia difficile non mettere in relazione l’abbandono di eDNA con l’ondata di feroci critiche riversatasi su DARPA anche dall’Italia dopo l’annuncio dell’incredibile progetto Total Information Awareness (TIA). Tanto più che proprio in queste ore altre fonti DARPA insistono con il sostenere che TIA è innocuo anche se mette in relazione per la prima volta tutti i database governativi, militari e commerciali per creare nuove aggregazioni di dati…