Oklahoma (USA) – Un gruppo di scienziati di Bing Fung e dell’Università dell’Oklahoma hanno dimostrato come sia già possibile, sebbene ancora in via del tutto sperimentale, archiviare un’immagine composta da 1.000 bit di dati in una singola molecola. Secondo quanto riportato da NewScientist.com, gli scienziati avrebbero scoperto che la molecola di un cristallo liquido formata da 19 atomi di idrogeno è in grado di immagazzinare fino a 1.024 bit di informazione (128 byte).
I ricercatori americani hanno spiegato che i dati vengono archiviati sfruttando le complesse interazioni dei momenti magnetici dei protoni. Questa tecnica, chiamata “fotografia molecolare”, potrebbe essere usata nei chip atomici del futuro per memorizzare una grande quantità di dati in spazi piccolissimi.
Nell’esperimento gli scienziati sono riusciti ad archiviare, servendosi della tradizionale codifica binaria, un’immagine in bianco e nero della dimensione di 32 pixel quadrati su di una singola molecola. In futuro la speranza è quella di riuscire a comprendere meglio le interazioni fra nuclei per sfruttarne la capacità di memorizzare dati binari.
Gli scienziati sostengono che la ricerca, in questo campo, è ancora in una fase di sperimentazione e le prime applicazioni pratiche potrebbero arrivare soltanto fra venti o trent’anni.