Roma – Una console appositamente progettata per emulare i giochi arcade. E’ questa la proposta che Richard Ragon, dipendente di HanaHo Games , ha lanciato sul forum del sito MAMEWorld con l’intento di raccogliere il feedback di tutti gli appassionati dei vecchi (e meno vecchi) “giochi da bar”.
HanaHo, un produttore californiano specializzato in periferiche da gioco per il mondo dei coin-op e dell’emulazione, culla l’idea di una set-top box in grado di far girare al massimo grado di perfezione MAME, il famosissimo emulatore di giochi arcade dalle origini tutte italiane.
Questa console per nostalgici potrebbe avere, secondo Ragon, all’incirca le stesse dimensioni di Xbox e PlayStation 2 e la capacità di poter essere connessa ad una TV o ad un monitor VGA. Attraverso una porta USB si avrebbe poi la possibilità di collegare alla macchina la gran parte delle periferiche da gioco già commercializzate da HanaHo, come game pad, joystick e tastiere, mentre la memoria di massa sarebbe probabilmente costituita da un lettore di DVD-ROM e, opzionalmente, un hard disk. Il sistema – ipotizza Ragon – sarà in grado di avviarsi in pochi secondi ed eseguire una speciale versione di MAME ottimizzata per l’hardware della console.
“Con la nostra esperienza in prodotti embedded – scrive Ragon – sento che potremmo lanciare un progetto che si ponga come alternativa all'”hacking” di Xbox o della PS2 per giocare con MAME. L’emulazione dovrebbe essere il primo scopo per questa console, in ogni caso questa potrebbe funzionare in modo molto simile a Xbox: visto l’attuale prezzo dei chip, potremmo infatti essere in grado di creare qualcosa di persino più potente di una Xbox”.
Una discreta potenza di calcolo è ovviamente un fattore trascurabile per far girare giochi come Pac-Man o Space Invaders, ma necessaria per emulare al meglio – nel sonoro e nella grafica – i titoli per coin-op più recenti.
Ragon non ha dato nessun suggerimento in merito a quale potrebbe essere la configurazione hardware e il sistema operativo impiegati da questa ipotetica MAME-machine, tuttavia nei forum molti ritengono probabile che, al fine di ridurre al massimo i costi, questa si basi su componenti normalmente reperibili sul mercato dei PC e su Linux.
Il prezzo a cui HanaHo potrebbe vendere questa console si aggira, secondo il suo portavoce, fra i 200 e i 300 dollari: una cifra in cui potrebbe essere incluso il prezzo delle licenze di diversi giochi (ROM) distribuiti in bundle con il prodotto.
Secondo Ragon, una set-top box di questo tipo potrebbe “risolvere un bel po’ dei problemi oggi legati alle licenze delle ROM e aiutare a legittimare il MAME”. HanaHo evidentemente spera – o quanto meno è questo il messaggio che vuole far pervenire all’industria dei videogiochi – che l’arrivo sul mercato di una console specifica per il MAME invogli gli utenti ad acquistare le ROM originali. Se anche questa non fosse un’utopia, è probabile che l’industria sia assai poco interessata ad un mercato così incerto come quello di una console per “giovani attempati” quando ha sotto mano un settore in pieno boom come quello dei dispositivi mobili, dove i vecchi classici sono tornati a scompigliare pixel sui mini display a cristalli liquidi.
C’è poi da considerare che fino ad oggi il mercato dei videogiochi si è mostrato spietato con i progetti “partiti dal basso”: è possibile ricordare Indrema , una piccola azienda morta prematuramente un paio d’anni fa il cui intento era quello di costruire una console interamente basata su software open source; o TuxBox , un progetto apparentemente arenatosi lo scorso anno che, similmente a Indrema, aveva come obiettivo la creazione di una console basata su Linux.