Roma – E venne anche il tempo dei blog. Dopo aver chiuso o tentato di chiudere l’accesso a una miriade di siti di informazione straniera, dopo aver aumentato i divieti nell’uso di internet, il regime cinese ha deciso che anche i blog di informazione personale possono essere un pericolo destabilizzante.
Stando a quanto dichiarato da BlogSpot.com, punto di riferimento per la creazione di blog, il regime da ormai una settimana ha disposto il blocco all’accesso al sito dalla rete cinese.
L’azienda che produce BlogSpot , Pyra Labs, ha dichiarato di essere certa che non si tratta di un problema tecnico e ha sottolineato che nessuna spiegazione è stata data per quanto accaduto. Sebbene non sia noto quanti cinesi effettivamente utilizzassero i servizi del sito, le ragioni appaiono implicite, vista l’energia con cui da anni Pechino tenta di limitare la libertà di utilizzo della rete da parte dei propri cittadini.
Non appare del tutto casuale, infine, che il blocco sia disposto proprio nei giorni in cui parte il processo contro un attivista cinese accusato di aver pubblicato online opinioni sullo stato economico e politico della Cina. Per questo è accusato di sovversione, un crimine che in Cina si paga con la vita.