I MUD non sono chat erotiche

I MUD non sono chat erotiche

I gestori di Mud.it scrivono a L'Espresso per chiarire che quanto letto in un articolo del settimanale non ha nulla a che vedere con la realtà ludica dei MUD. Punto Informatico pubblica integralmente la lettera
I gestori di Mud.it scrivono a L'Espresso per chiarire che quanto letto in un articolo del settimanale non ha nulla a che vedere con la realtà ludica dei MUD. Punto Informatico pubblica integralmente la lettera


Roma – Oggetto: articolo “un amore al silicio” – L’Espresso n. 8, 20 febbraio 2003

Buon giorno
Stamattina abbiamo ricevuto una segnalazione da parte di alcuni utenti del ns. portale www.Mud.it relativa ad un articolo apparso sul numero in edicola de L’Espresso in cui si parlava dei Mud, un fenomeno italiano in continua crescita ed espansione.

La ns. gioia per la Vs. scelta editoriale di trattare un argomento che ci sta così tanto a cuore tanto da aver dato vita ad un portale dedicato (e senza alcun fine di lucro), è svanita non appena abbiamo letto le righe del Vs. articolo che ci riguardano:

“..Se la teledildonica puo’ sembrare un’esperienza estrema dell’uso del corpo come accessorio della macchina, ci sono altre tecniche che si stanno diffondendo, in cui l’esperienza sessuale diventa virtuale. E’ il caso dei Mud, i Multiple user domain, ambienti on line dove gli utenti si incontrano e interagiscono in giochi erotici nei quali i giocatori assumono le loro identità preferite”.

Innanzitutto MUD è un acronimo per Multi User Dungeon o Multi User Dimension (ma fosse solo questa la svista non saremmo qui a scrivere per così poco) e fondamentalmente associarlo con i giochi erotici è come mangiare i cavoli a merenda.

I Mud, nati come evoluzione digitale dei classici giochi di ruolo da tavolo (ad es. Dungeons & Dragons, Il Signore degli Anelli giusto per citarne alcuni) e delle vecchie avventure grafiche testuali del Commodore 64, rappresentano una delle prime possibilità di interazione tra più utenti legate al fenomeno Internet.

L’aspetto puramente ludico è stato ben presto superato da quello psicologico e sociale: basti pensare al progetto Little Italy nato grazie all’impegno e al sostegno del Professor Gianni degli Antoni dell’Università Statale di Milano.

Le potenzialità dei Mud in ambito psicologico e sociale sono e sono state in questi anni oggetto di studio e tesi di molti laureandi in Psicologia delle più illustri università italiane con cui abbiamo collaborato per la realizzazione di sondaggi, questionari e analisi.

Pensare anche solo per un istante che tutto questo possa essere associato all’affermazione (testuali parole dell’autore dell’articolo) “i Mud sono popolati da maschi che esibiscono il loro lato femminile, ermafroditi, transessuali, chimere sessuali, esseri nei quali sono rappresentate le caratteristiche di specie animali. Persino robot che fingono d’essere persone e che alla fine rivelano la loro natura” non solo ci fa accapponare la pelle ma è un insulto vero e proprio a tutti coloro che dedicano il proprio tempo libero, la loro passione e i loro studi ad uno strumento dalle potenzialità così vaste.

Usare come sinonimi chat-room e mud con tale leggerezza rivela una conoscenza del tutto superficiale dell’argomento che trova riscontro solo in una realtà di chat e talker (ma non MUD!) prevalentemente americani che nulla hanno a che vedere con la situazione italiana.

I MUD italiani non rappresentano un circolo di ritrovo per depravati, scambisti o pornofili convinti, non sono popolati da individui dalla personalità multipla o malati di mente psicopatici e soprattutto non sono luoghi di anarchia privi di norme.

Ogni Mud ha le sue leggi, la sua net-etiquette e i suoi vigili e giudici proprio come nella società in cui viviamo, ma con una sola grande differenza: sui Mud vengono rispettate e se qualcuno commette “reato”, questo non cade in prescrizione.

Pertanto visti gli errori così ampiamente documentati in questa ns. comunicazione e per le figure professionali ed enti coinvolti direttamente e indirettamente nel Vs. articolo siamo sicuri che ci darete ampio spazio di replica e rettifica.

Ci teniamo a puntualizzare inoltre che spesso i genitori consentono ai propri figli di poter interagire su questi mondi virtuali avendo la sicurezza che i ragazzi non incappino (grazie all’attività di supervisione e controllo presente sui MUD) in siti pornografici, pedofili etc. ma dopo che avranno letto questo articolo cosa penseranno?

Purtroppo il Vs. articolo è già stato pubblicato ed è liberamente consultabile da chiunque acquisti l’Espresso (e tra qualche settimana forse anche on line sul Vs. sito web), ma siamo sicuri che troveremo una soluzione di comune accordo per risolvere questo episodio.

Cordiali saluti
Davide Giansoldati & Daniela Campanozzi
Gestori del portale Mud.it

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Pubblicato il
20 feb 2003
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