Roma – Aveva 25 anni il giovane M.D. di Biella che ieri si è suicidato gettandosi dal balcone dell’abitazione dove viveva con i genitori, proprio mentre i Carabinieri bussavano alla porta. Anche la sua abitazione di operaio era tra quelle da controllare nell’ambito di una maxi-operazione coordinata dai Carabinieri di Asti e diretta contro gli utenti di immagini porno-pedofile che circolano in internet sui network peer-to-peer.
La clamorosa operazione, la prima del genere condotta in Italia sul p2p, è stata denominata “Eurololitas” e ha portato ad accertamenti in 54 province italiane, con 400 perquisizioni e denunce per circa mille persone.
WinMX è, come noto ai lettori di Punto Informatico, uno dei software per lo scambio di qualsiasi genere di file via internet tra utenti di tutto il mondo ed è un network che, come tutti gli altri, non consente di filtrare a priori i contenuti che vi girano. Secondo gli inquirenti, nel periodo, durato un anno, nel corso del quale si sono svolte le indagini, gli indagati avrebbero illecitamente acquisito o scambiato le immagini, un’azione che a loro parere significa “certa alimentazione del mercato dello sfruttamento sessuale di minori per fini di pornografia”.
A quanto pare i file che sono stati scaricati e che hanno portato all’individuazione dei mille indagati sarebbero perlopiù file rinominati con il nome di vip dello spettacolo, figure femminili molto note, nomi che attiravano in tutto il mondo, secondo i carabinieri, moltissime persone, soprattutto giovani.
I Carabinieri hanno sfruttato per l’indagine la possibilità di creare siti civetta e altre operazioni tese a “cogliere sul fatto” i malviventi in rete. In questo caso hanno simulato interesse per le immagini illecite, anche per il loro acquisto, individuando così persone che fungevano da “nodi di scambio”. Non tutto, dunque, si esauriva su WinMx, utilizzato soprattutto per “attirare” certa utenza verso il mercato del pedoporno. Nelle perquisizioni sono stati effettuati numerosi sequestri di computer e, a quanto pare, sono stati oscurati decine i siti messi in piedi per questo business.
Sull’operazione condotta dai Carabinieri non contro gli sfruttatori dei minori ma contro chi ha visto quelle immagini (e in alcuni casi acquistato) sono intervenuti ieri i radicali. “Mentre è in corso l’ennesima maxi-operazione – ha affermato il segretario di Radicali Italiani Daniele Capezzone – le agenzie di stampa riferiscono del suicidio di un 25enne di Asti, che si è lanciato dalla finestra di casa mentre i carabinieri bussavano alla sua porta. E non è il primo caso in cui si verificano episodi di questo genere. Spero che tutti colgano questa triste occasione per riflettere su quanto sta accadendo”. “Che sorte hanno avuto le migliaia di persone indagate – e, intanto, ridotte a mostri – nei mesi e negli anni precedenti? Cosa è stato di chi è andato su un sito Internet (magari per sbaglio: puo’ succedere anche questo), ha visto qualche fotografia, e solo per questo è finito in un vero e proprio tritacarne giudiziario?”. “Un conto – ha continuato Capezzone – è la legittima (personalissima, condivisibile o meno) riprovazione morale che alcuni possono provare per i gusti sessuali altrui, altra cosa è massacrare qualcuno solo a causa delle sue preferenze sessuali, senza che questi abbia mai recato danno ad altri, minorenni o no. I bambini non si difendono allungando una orrenda scia di sangue”.