Roma – Emilio Fede vi induce pensieri omicidi? Siete offesi dal tono eccitato di Enrico Mentana che illustra da par suo i bombardamenti in diretta? Annoiati da telegiornali fotocopia che in un momento drammatico dicono tutti le stesse cose, mostrano tutti le stesse immagini spettacolarizzando tutto? Fino a qualche anno fa non ci sarebbero state alternative possibili. Momenti come quello che stiamo vivendo in questi giorni sono troppo gravi e troppo importanti per permettersi il lusso di spegnere la tv ed ignorare le veline della stampa.
Da quando esiste Internet non è più così. Oggi possiamo dribblare la famelica eccitazione dei conduttori in studio, le dissertazioni dei redivivi esperti in armamenti, i “Che spettacolo!” uscito come acqua di fonte dalla bocca di Lamberto Sposini che osserva in diretta i fuochi d’artificio delle bombe cadere sulla testa degli altri.
L’informazione in rete ha già da qualche anno mostrato sprazzi della sua pronosticata e travolgente supremazia prossima ventura nei confronti della sintesi giornalistica di TG e quotidiani. Una informazione nuova, basata su una ampia pluralità di fonti, testimonianze dal vivo, osservazioni e punti di vista nati in un attimo ed in un attimo condivisi all’interno di forum, mailing list e siti web di tutti i tipi, che pur fra nuove e inedite problematiche, quali l’oggettiva difficoltà di controllo delle fonti e la necessità di districarsi fra volumi di informazioni troppo grandi da gestire, già da qualche anno dà segno di sè.
Però oggi, con la nascita dei weblog si è fatto un passo ulteriore in avanti nella direzione della “informazione distribuita”, un passo legato anche alla possibilità di aggregare notizie di fonte ed estrazione diversissima, attraverso tecnologie potenti come il linguaggio XML. Così la navigazione in rete, alla ricerca di informazioni e testimonianze sull’attacco all’Iraq diventa improvvisamente semplicissima e alla portata di chiunque e la qualità del segnale informativo si eleva di molto. Su Cyberjournalist.net, per fare un esempio, è disponibile la lista più completa dei blog e degli altri siti web internazionali che parlano della guerra in Iraq. Ma anche in Italia chi naviga nella blogosfera ha a disposizione una miriade di luoghi di discussione sull’argomento. Ne cito uno per tutti, piccolo ma significativo: “blogger di guerra” aperto da Michele Marziani allo scoppio del conflitto e diventato in poco tempo un luogo di confronto aperto al contributo di tutti. Ma non solo. Peacelink ha messo online il suo “Osservatorio sulle Menzogne della guerra” e moltissimi blogger sui loro siti personali dedicano link ed approfondimenti ai temi caldi di questi giorni.
Alcuni giornalisti come Christopher Albritton o Kevin Sites della CNN hanno aperto (anche se CNN ha recentemente imposto a Sites di chiudere il proprio) dei “warblog” attraverso i quali mantenere un contatto diretto con i propri ascoltatori.
E di esempi simili potremmo farne parecchi altri. Così mentre la grande stampa USA acconsente tristemente all’uso degli embedded journalists inventati dal Pentagono al solo scopo di controllare alla fonte la notizia, capita che nel mondo dei blog diventi citatissimo e molto letto il blog di un semplice cittadino irakeno che si nasconde dietro lo pseudonimo di Salam Pax , che blogga, in mezzo a mille difficoltà tecniche, la vita quotidiana a Baghdad sotto i bombardamenti.
Ma la novità forse più importante legata alla informazione sui blog di questi giorni è quella della aggregazione automatica di fonti differenti attraverso i feed RSS. Mediante tale tecnologia è possibile ormai compiere veri e propri miracoli. Gran parte della stampa più autorevole rende infatti disponibile un feed RSS attraverso il quale accedere alla proprie news in tempo reale ( questo per esempio è il feed della Associated Press) che puo’ essere associato a mille altri (gran parte dei blog e moltissimi siti web rendono disponibile un feed rss delle proprie pagine), e letto attraverso un newsreader software apposito, come ad esempio feedreader , oppure incorporato in una pagina web. In particolare quest’ultima strada, quella delle “automagie” come le chiama Giuseppe Granieri , autore di Blog Aggregator , il più importante progetto di aggregazione di blog italiani sul web) consente oggi di avvicinare in una unica pagina web fonti diversissime, in modo che esse siano aggiornate in tempo reale. In tale direzione va ad esempio il piccolo esperimento tutto italiano accessibile su Restorin’ gat’s Blog nel quale l’autore ha aggregato fonti informative differenti che parlano di guerra, unendo feed come quello di BBCnews a quello di Alternatives.ca ad altri.
Di più, oggi chiunque puo’ scegliere con relativa facilità di aggregare un feed RSS all’interno di una propria pagina web semplicemente utilizzando l’ rss-box viewer ideato da Adam Curry disponibile sul suo weblog .
Insomma la tecnologia per dare l’addio definitivo ad pensiero unico di Emilio Fede, al ghigno di Mentana o agli sconfortanti talk show firmati Vespa o Costanzo già esiste ed è oggi nelle nostre mani. La capacità di utilizzarla efficacemente non è ancora patrimonio comune ma molto è stato fatto e si sta facendo per rendere l’accesso alle informazioni in rete più semplice, selettivo e filtrato in base alle esigenze di ciascuno. I blog e gli esempi di aggregazione appena citati sono solo alcuni esempi di questa entusiasmante nuova onda.
Uno dei due principali problemi della informazione online, quello del suo overload e della difficoltà di maneggiare e scegliere fra troppi bit che raggiungono i nostri computer è così in buona parte risolto. Nelle mani del lettore c’è tutta l’informazione del mondo, tradotta in un unico linguaggio e completamente editabile secondo i gusti e gli orientamenti individuali. Resta da affrontare l’altra questione non meno importante, quella della qualità di ciò che stiamo leggendo, ascoltando o vedendo. In questo senso forse qualcosa si dovrà ancora fare in futuro. Personalmente già adesso fra Salam Pax che blogga sotto i bombardamenti di Bagdhad e Lamberto Sposini che in un comodo studio Mediaset si lascia scappare un “Che spettacolo” mentre la gente muore dall’altra parte del mondo, io non ho grossi dubbi su dove stia l’informazione che mi interessa.