Redmond (USA) – Dopo un lungo e travagliato parto, costellato da ritardi e cambi di nome, Windows Server 2003 ha visto finalmente la luce. Lo scorso venerdì Microsoft ha infatti rilasciato la prima versione finale del prodotto, la Release to Manufacturing (RTM), che sancisce la definitiva chiusura della fase di testing di Windows Server 2003 e offre ai produttori la possibilità di iniziare a commercializzare il nuovo sistema operativo con i propri sistemi.
Figlio del progetto Whistler, lo stesso che ha dato i natali a Windows XP, il nuovo sistema operativo server di Microsoft è forse uno dei prodotti più ambiziosi mai sviluppati dal big di Redmond e, su stessa ammissione di quest’ultima, la più importante versione di Windows mai creata.
Atteso inizialmente per la seconda metà del 2001, Windows Server 2003 è stato oggetto di una profonda revisione del codice che ne ha ritardato l’uscita di almeno 16 mesi. Il suo compito, come successore delle versioni server di Windows 2000, sarà quello di aggredire la piattaforma Unix anche sui segmenti di mercato di fascia più alta e, nello stesso tempo, tenere testa alla minacciosa avanzata di Linux nel settore enterprise.
Windows Server 2003 sarà il più importante tassello dell’infrastruttura MS.NET e vettore di tutta una nuova serie di tecnologie e servizi, fra cui la piattaforma di instant messaging Greenwich , la tecnologia per la gestione delle proprietà intellettuali Windows Rights Management Services , lo strumento di collaborazione Windows Team Services, il sistema di gestione Group Policy Management Console e altri componenti modulari che si andranno progressivamente ad aggiungere a quelli nativi. Ed è proprio la modularità una delle nuove caratteristiche chiave che Microsoft, ispirandosi al mondo open source, ha voluto integrare nel suo nuovo sistema operativo per renderlo maggiormente flessibile e capace di adattarsi, per funzionalità e prezzo, ad una più vasta gamma di clienti.
Microsoft dichiara senza mezzi termini che Windows Server 2003 è “il sistema operativo server più sicuro, affidabile ed efficiente che abbiamo mai creato”. In passato si è più volte parlato delle migliorie apportate da Microsoft al suo nuovo Windows , citando come questa nuova versione di Windows rappresenti il più grande esame per l’iniziativa Trustworthy Computing varata oltre un anno fa da Bill Gates: un esame il cui esito avrà importantissime ripercussioni sull’immagine dell’azienda.
“Il nostro mandato era chiaro: costruire una release customer-driven che fornisse un netto passo avanti in fatto di qualità, fosse la numero uno nelle prestazioni e offrire un valore senza precedenti per le aziende di ogni dimensione”, ha proclamato Bill Veghte, corporate vice president di Microsoft per la Windows Server Division.
Ecco perché e in che modo Microsoft ritiene di aver centrato questi obiettivi.
Microsoft afferma che Windows Server 2003 è in grado di fornire sostanziali migliorie in vari campi: nel consolidamento, dove sarebbe in grado di ridurre dal 20% al 30% il numero dei server; nelle prestazioni, dove garantirebbe capacità di gestione dei carichi di lavoro almeno doppie rispetto a Windows 2000; nella gestione, dove permetterebbe di diminuire i costi del 20%; nella produttività, dove consentirebbe, nel 35% dei casi, il reimpiego dello staff aziendale in progetti a più alto valore; nel deployment, dove sarebbe in grado di tagliare i costi fino al 50% rispetto a Windows NT Server 4.0.
“I clienti con Windows NT Server 4.0 che migreranno a Windows Server 2003 vedranno i maggiori benefici grazie a sistemi che, rispetto a Windows NT, saranno 100 volte più scalabili ad un decimo del costo per transazione”, ha spiegato Microsoft in un comunicato. “In aggiunta, questi clienti potranno beneficiare di un incremento del 40% nella stabilità dovuta in parte al nuovo e più robusto modello di driver e alle funzionalità di system recovery progettate per massimizzare l’uptime”.
Il numero di clienti dei sistemi operativi server di Microsoft che in questi tre anni non hanno ritenuto necessario od opportuno passare a Windows 2000 sono, secondo alcune stime, il 35% del totale. Microsoft sta ora tentando di persuadere questo cospicuo bacino di utenti ad aggiornare i propri sistemi e fare un salto che li proietterà nell’era di MS.NET, dei Web service, dell’ autonomic computing e dei nuovi mezzi di comunicazione peer-to-peer. Microsoft è consapevole del fatto che buona parte dei clienti che oggi utilizzano ancora Windows NT sono spesso i più indecisi e, come tali, quelli maggiormente interessati a soluzioni alternative, magari a basso costo, come Linux.
Microsoft afferma che sono oltre 550.000 gli utenti che si sono iscritti al programma di beta testing, “il più alto numero nella storia dell’azienda”, per una versione server di Windows.
La softwarehouse lancerà ufficialmente sul mercato Windows Server 2003, Visual Studio.NET 2003 e SQL Server 2000 Enterprise Edition (64-bit) il 24 aprile presso il Bill Graham Civic Auditorium di San Francisco.
Windows Server 2003 sarà disponibile in cinque differenti edizioni: Standard Edition, per i sistemi low-end, supporterà la connettività sicura ad Internet e il deployment centralizzato delle applicazioni desktop; Enterprise Edition, per i server multi-processore, supporterà fino ad otto processori, inclusi i cluster ad otto nodi; Datacenter Edition, per i server hi-end, supporterà fino a 64 processori, cluster a 8 nodi e funzionalità di bilanciamento del carico; la nuova Web Edition, per lo sviluppo e l’hosting di siti e applicazioni Web; Terminal Server. Una sesta versione, Small Business, verrà rilasciata questa estate e avrà come target le piccole aziende.
Enterprise Edition e Datacenter Edition arriveranno sia in versione a 32 bit che in versione 64 bit per i sistemi basati su Itanium 2: le versioni a 64 bit incrementeranno il quantitativo massimo di memoria RAM supportato e, nel caso dell’edizione Datacenter, il numero di vie (da 32 a 64).
In occasione del debutto del suo nuovo sistema operativo, Microsoft introdurrà importanti modifiche al suo programma di licensing , fra cui la possibilità di acquistare le licenze client per utente: è possibile trovare maggiori dettagli qui . A partire dal primo aprile, invece, il big di Redmond darà il via a nuove modalità di licensing per i prodotti server già sul mercato: SQL Server 2000, BizTalk Server 2002, Internet Security e Acceleration Server 2000, Commerce Server 2002, Content Management Server 2002 e Host Integration Server 2002.
“Grazie all’introduzione del nuovo modello di Licensing Per Processor, Microsoft è in grado di soddisfare le richieste dei clienti che utilizzano sistemi di partizionamento, software di emulazione e di server consolidation, offrendo loro la possibilità di acquistare le licenze dei prodotti Microsoft per i processori effettivamente utilizzati, con significativi risparmi di costi”, ha affermato Microsoft in un comunicato.
Di seguito un’intervista a Microsoft in merito al modello di computing a 64 bit adottato per Windows Server 2003 e l’annuncio del rilascio di una nuova edizione di Windows XP a 64 bit.
Per meglio comprendere la posizione di Microsoft in merito al computing a 64 bit, in occasione dell’ultimo SMAU G. Fleres rivolse per conto di Punto Informatico alcune domande a Davide Salmistraro, product manager di Windows 2003 Server per Microsoft Italia. Nonostante siano passati diversi mesi dall’intervista, gli argomenti discussi sono ancora attuali.
Giovanni Fleres : Windows Server 2003 sarà il vostro primo sistema operativo server a supportare nativamente i processori a 64 bit. Questo sistema operativo supporterà anche le applicazioni a 32 bit?
Davide Salmistraro : Sì, Windows Server 2003 farà girare le applicazioni a 32 bit in modalità protetta insieme a quelle a 64 bit. La versione di SQL Server a 64 bit (Liberty) sarà la nostra prima applicazione significativa, che verrà rilasciata insieme a Windows Server 2003, per la nuova architettura.
G.F. : La scelta di offrire compatibilità alle applicazioni a 32 bit su una piattaforma a 64 bit sembra avvicinarvi alle scelte strategiche effettuate, sul lato dell’hardware, da AMD. Questo significa che giudicate la scelta di Intel meno opportuna o, comunque, più azzardata?
D.S. : Io credo che la scelta intrapresa da Intel, quella di una piattaforma a 64 bit pura, sia l’ideale. Tuttavia il passaggio verso la nuova architettura non può essere immediato. Noi abbiamo cominciato a spiegare ai nostri ISV e ai nostri partner come si programma a 64 bit solo a partire dall’uscita di Windows 2000 Limited Edition e con le beta di Windows Server 2003. Sono processi fisiologicamente lunghi.
G.F. : Un processore ibrido come l’Opteron di AMD può facilitarvi il compito?
D.S. : Il supporto per le applicazioni a 32 bit è un problema software, non di processore. Quando noi utilizziamo Itanium gli applicativi a 32 bit girano in una macchina virtuale che le emula. Noi privilegiamo quello che abbiamo. Non possiamo permetterci di fare girare esclusivamente applicazioni a 64 bit all’interno del sistema operativo. Nel prossimo futuro sarà importante vedere quali applicazioni avrà senso portare a 64 bit. Il limite fisico dei 32 bit è ancora lontano. I 64 bit ci servono solo per gestire grosse moli di dati, come nel caso dei database. Per questo abbiamo portato SQL e le applicazioni ad esso correlate a 64 bit. Un altro esempio è quello dell’Active Directory, che non trae alcun vantaggio nella migrazione a 64 bit. Posso sempre avere un server che gestisce in back-end l’Active Directory a 64 bit: ma ripeto, questo non porterebbe alcun vantaggio. (Fine intervista)
In concomitanza con il rilascio della versione RTM di Windows Server 2003, Microsoft ha annunciato la versione RTM di Windows XP 64-Bit Edition Version 2003, un aggiornamento del proprio sistema operativo desktop a 64 bit ottimizzata per i processori Itanium 2.
Rispetto alla versione a 32 bit rilasciata nel 2001, Windows XP a 64 bit promette maggiori prestazioni sulle workstation hi-end basate su Itanium, ed in particolare quelle dove girano applicazioni per il calcolo scientifico e ingegneristico, la modellazione 3D e il video processing.
“L’architettura a 64 bit – ha spiegato Microsoft – offre agli sviluppatori la libertà di creare applicazioni a 64 bit che utilizzano il familiare modello di programmazione di Windows, incoraggiando così lo sviluppo di una grande varietà di applicazioni software per questa piattaforma”.
Microsoft e Intel hanno iniziato a collaborare sul computing a 64 bit nel 1996. Nel 2001, con Windows XP 64-Bit Edition, il big di Redmond rilasciò la prima versione del proprio sistema operativo capace di supportare la piattaforma IA-64 di Intel.
Sebbene lo scorso anno Microsoft abbia confermato il proprio impegno nello sviluppare una versione dei propri sistemi operativi per i processori a 64 bit di AMD, ad oggi il colosso non ha ancora svelato piani di rilascio relativi ad una versione di Windows per Opteron.