Roma – Se i ricercatori hanno ragione le tecnologie elettromagnetiche già utilizzate per la telefonia mobile potrebbero rivelarsi utili a contrastare la diffusione nell’organismo del virus HIV, considerato responsabile dell’AIDS.
A Durban, in SudAfrica, infatti, si stanno conducendo alcuni esperimenti che partono da una ricerca russa per giungere a dei primi risultati che fanno ben sperare. Presso la Nelson Mandela Medical School dell’Università di Natal è partito un esperimento che coinvolge 360 persone affette da HIV.
L’idea è quella di bombardare in modo mirato il virus presente nell’organismo dei pazienti con un dispositivo capace di emettere onde radianti capaci, nelle speranze degli scienziati, di impedire al virus di moltiplicarsi. Nella provincia dove si trova l’Università, quella di KwaZulu Natal, si calcola che un terzo della popolazione sia affetta da HIV.
Secondo Umesh Lalloo, che guida il dipartimento dell’università, le emissioni del dispositivo possono essere equiparate come intensità a quelle di un telefono cellulare. L’idea è che le frequenze elettromagnetiche possano distruggere il genoma virale, il tutto senza l’aggiunta di farmaci o di ulteriori trattamenti. I primi risultati si dovrebbero poter tirare entro la fine dell’anno.