Roma – La voce di LG Electronics, impresa coreana tra i più importanti produttori di hardware nel mondo, si è unita al coro dei tanti che hanno duramente criticato il varo della direttiva europea sul copyright (EUCD) e il suo recepimento in Italia.
In una nota diffusa ieri, LG ricorda che a partire da oggi “i produttori italiani dovranno dotarsi di misure tecnologiche di protezione del copyright, i cosiddetti dispositivi anticopia. I supporti ottici vergini diventeranno così più cari: la tassa sui cd dati CD-R e CD-RW da 650Mb passa da 0,05 euro a 0,23 euro, mentre il costo per DVD-R, DVD-RW sarà di 0,87 euro per gigabyte, in caso di capacità superiori si applicherà una quota proporzionale aggiuntiva”.
Nella nota LG ha inteso manifestare la propria contrarietà verso “l’introduzione di questa nuova normativa” il cui “unico risultato” è destinato ad essere “un notevole aumento dei prezzi sia dei DVD sia dei CD-R/CD-RW, andando a ledere il consumatore finale. LG Electronics Italia sostiene infatti che la nuova legislazione andrebbe unicamente a penalizzare l’uso per scopi privati di copie personali, tassando ulteriormente l’utente finale”.
Di interesse anche l’osservazione di LG Electronics ( qui la filiale italiana) secondo cui il recepimento italiano della normativa anziché incontrare gli obiettivi di armonizzazione prefissati dalla direttiva europea di fatto crea “anche disparità di trattamento fra i diversi paesi dell’Unione Europea, dove invece dovrebbe essere rilevante trovare l’armonizzazione nei prezzi, contribuendo alla costruzione del prezzo al cliente”.
La posizione di LG è naturalmente facilmente comprensibile, visto il diretto impatto che questa normativa è destinata ad avere sul business del produttore. Ed ora cresce l’attesa perché nelle prossime settimane anche gli altri importanti player del settore prendano posizione sulla EUCD e sul suo recepimento in Italia.
La voce di LG, e quelle che forse seguiranno dalle altre industrie del comparto, si unisce ad un coro di critiche unanimi alla EUCD che arrivano tanto da esperti del diritto (vedi anche Le nebbie dell’EUCD , commento pubblicato oggi da Punto Informatico), da acuti osservatori delle cose della rete, da esponenti del mondo dello sviluppo, dalle associazioni antipirateria e della ricerca tecnologica quanto da utenti e consumatori .