Soldi per i cacciatori di spammer

Soldi per i cacciatori di spammer

Lo propone una parlamentare americana appoggiata dall'influente professore di cyberlaw Lawrence Lessig, che si dice pronto a giocarsi la carriera: questo progetto funzionerà. Ecco come si prepara la money war contro lo spam
Lo propone una parlamentare americana appoggiata dall'influente professore di cyberlaw Lawrence Lessig, che si dice pronto a giocarsi la carriera: questo progetto funzionerà. Ecco come si prepara la money war contro lo spam


Roma – I cacciatori di spam, gli smanettoni dell’email, quelli che per professione o arrabbiatura sono sulle tracce degli spammer presto potrebbero trovare nuovi stimoli. Una parlamentare americana ha infatti presentato una proposta di legge con cui si intende mettere una “taglia” sugli spammer per compensare gli spam hunters quando individuano e incastrano uno spammer.

L’idea è appoggiata con forza dal celeberrimo professore di cyberlaw Lawrence Lessig, già notissimo per le sue battaglie sulle libertà civili e i diritti digitali. Proprio Lessig da qualche tempo propone questo genere di soluzione contro lo spam scommettendo addirittura sul suo funzionamento: se il sistema non funzionerà Lessig si dice pronto a dimettersi dal ruolo di docente all’Università di Stanford.

Il “Restrict and Eliminate Delivery of Unsolicited Commercial E-mail (REDUCE) Spam Act” proposto dal deputato democratico Zoe Lofgren, ricorda altre proposte antispam ma, al contrario di queste, prevede appunto appunto l’introduzione di una “taglia” che dovrà essere calcolata in almeno il 20 per cento della sanzione amministrativa che la Commissione federale sul commercio americana deciderà di imporre allo spammer.

Scherzando con i giornalisti, Lessig ha affermato che contrastare lo spam val bene una cattedra e ha sostenuto che la sua scommessa spingerà i tanti suoi detrattori in Parlamento “ad appoggiare in massa questa proposta”.

La quantità di denaro che secondo i proponenti potrebbe spingere ad una caccia spietata agli spammer così efficace da annichilire il fenomeno è notevolissima. Si pensi che tradizionalmente la sanzione amministrativa per ogni email abusiva inviata è fissata in circa 10 dollari. Questo significa che a fronte di grandi quantità di spam, la percentuale riservata al cacciatore di spam potrebbe salire a molte migliaia di dollari.

Lessig, riferendosi anche ad uno dei più comuni spam di questi mesi, ha sostenuto che la proposta di legge appena presentata potrebbe davvero rivelarsi efficace “perché i procuratori oggi hanno di meglio da fare che rintracciare gli spammer. Presto non converrà invece inviare 10mila email che pubblicizzano l’ormone umano della crescita ogni giorno”.

L’idea di fondo di Lofgren è di evitare il contesto penale (“gli avvocati americani già ne hanno abbastanza tra terroristi e ladri”) per colpire invece duramente in sede civile gli spammer alla fonte del loro business: i soldi.

Ma come verranno individuati gli spammer? Di seguito la proposta Lofgren-Lessig.


La proposta presentata dal parlamentare americano, che verrà depositata al Congresso nelle prossime ore, prevede che qualora si sia riconosciuti come spammer si possa incorrere in alcune sanzioni amministrative.

Per evitarle, uno spammer deve prima di tutto contrassegnare la posta elettronica commerciale con chiarezza, in particolare inserendo il tag “ADV:” all’inizio del soggetto dell’email. Qualora l’invio riguardi materiali a luci rosse, il tag dovrà essere “ADV:ADLT”.

Le email dovranno essere spedite da indirizzi ai quali chi le riceve potrà rivolgersi per evitare in futuro di continuare a riceverle. Se l’utente esegue l’opt-out, e cioè chiede di non essere più disturbato, l’azienda di mailing dovrà rispettare questa volontà. Allo stesso modo verranno considerati spammer coloro che inseriranno nel messaggio informazioni false o ingannevoli.

Ma non c’è solo questo. La legge infatti consente molto più facilmente ai provider internet di portare in giudizio quegli spammer che con la propria azione non abbiano rispettato quanto sopra o abbiano provocato danni alle reti dei provider, per esempio intasandone i sistemi di posta. In caso di spam fraudolento non sono escluse pene che possono giungere ad un anno di carcere per chi reitera certi comportamenti.

“La gente – ha chiosato Lofgren – è stanca di vedere posta spazzatura che intasa la propria inbox. Le imprese e i provider spendono milioni di dollari all’anno per tentare di arginare questo fenomeno”.

Ora, a pagare, saranno gli spammer. Basterà? Lessig ritiene di sì.

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Pubblicato il
30 apr 2003
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