Aiuto! Sono finito in una lista antispam

Aiuto! Sono finito in una lista antispam

Ne parla un lettore che suo malgrado si ritrova, con tutta la sua azienda e i suoi clienti, trattato da spammer per aver avuto un contatto con un soggetto listato da Spews.org. Dolori dell'antispam
Ne parla un lettore che suo malgrado si ritrova, con tutta la sua azienda e i suoi clienti, trattato da spammer per aver avuto un contatto con un soggetto listato da Spews.org. Dolori dell'antispam


Roma – Spettabile Redazione, gestisco un’azienda che si occupa di web hosting professionale, destinato a piccole e medie imprese, e di sviluppo di applicazioni web. Desideravo segnalarVi l’assoluta incompetenza dell’azienda che gestisce in outsourcing le blacklist di Italia On Line S.p.A.: Spews.org.

La mia azienda ha una classe C di indirizzi IP (254 indirizzi) che sono stati inseriti in blacklist per la sola ragione di essere stati forniti (e quindi registrati a loro nome) da una server farm che Spews ritiene “Spam friendly”. Nel vostro articolo relativo all’inserimento in blacklist degli IP appartenenti a Yahoo, avete definito Spews.org un filtro “severo”. Personalmente ritengo che ci sia una notevole differenza fra comportamenti severi e comportamenti idioti.

Mi spiego meglio: l’hoster ABC ha un cliente DEF che effettua spam all’insaputa dell’hoster. L’hoster lo individua, sospende il servizio a DEF ma, nonostante questo, la sua classe C viene messa in blacklist. Questo è un comportamento severo.

Secondo scenario: l’hoster ABC noleggia un server dedicato dall’hoster DEF. L’hoster DEF ha avuto clienti che hanno effettuato spam e che sono stati regolarmente sospesi.
La classe C assegnata ad ABC (una classe C nuova, appena assegnata a DEF e quindi non appartenuta a spammer nel passato) viene comunque messa in blacklist anche se né ABC né nessuno dei clienti di ABC ha effettuato spam, per la sola ragione di essere stata registrata da DEF. Questo è un comportamento idiota.

Personalmente ritengo Italia On Line S.p.A. un’azienda di indiscutibile serietà e professionalità. Mi stupisco pertanto che affidino un servizio così delicato come la gestione delle blacklist ad un’azienda che, pur di colpire un colpevole, è disposta a sacrificare 1000 innocenti, perché questo è ciò che Spews.org sta in realtà facendo.

Per concludere, dal momento che l’azzardata operazione di Spews.org ha arrecato danni economici e di immagine sia alla mia azienda sia a tutti i miei clienti, stiamo valutando l’ipotesi di intentare una causa legale contro Italia On Line S.p.A..

Cordiali Saluti
Stefano B.

Gentile Stefano
la via dell’antispam è da sempre irta di problemi ed è davvero complicato per tutti i gestori di black list evitare che si verifichino errori talvolta grossolani, capaci di provocare danni non da poco. E in passato c’è anche chi è ricorso alle minacce legali per farsi rimuovere da servizi analoghi. Altri casi ancora si sono risolti in tribunale.

Ma la questione è ampia e non può essere trattata in queste poche righe. Volendo stringere, credo che sia dovere dei vostri fornitori fare delle scelte per rispondere alle esigenze dei propri clienti, senza perdere d’occhio le necessità antispam. Per farlo dubito che sia necessario procedere ad un’azione legale. Mi auguro che su queste pagine potremo presto pubblicare un felice epilogo della vicenda.

A presto, Lamberto Assenti

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Pubblicato il
22 mag 2003
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