Toronto (Canada) – Un micro-organismo riprodotto ad arte nel mondo elettronico per essere studiato, stimolato e analizzato nel suo sviluppo senza la necessità delle normali attrezzature di un laboratorio, per ridurre i costi e stimolare la collaborazione tra i ricercatori.
Questo il profilo di un progetto di cui si parla da tempo e che è stato finalmente avviato da un team di ricercatori canadesi dell’ Institute of Biomolecular Design dell’Università di Alberta.
Il progetto, denominato CyberCell, prevede la creazione di un batterio virtuale e poi, attraverso lo studio e il perfezionamento di questo modello di lavoro, la realizzazione di una architettura che consenta di ricreare nel cyberworld organismi “viventi” più complessi.
Finanziato dalla divisione LifeSciences dell’IBM , che ha attribuito al progetto un premio di ricerca e messo a disposizione software e tool specializzati, il progetto viene così descritto da Mike Ellison, direttore dell’Institute: “Non si tratta più di capire se una cellula virtuale possa essere creata ma soltanto quando questo possa accadere”. Una sfida inseguita in realtà da numerosi scienziati di diversi paesi.
Attraverso un complesso sistema di simulazione, il batterio verrà stimolato e verranno studiate le sue reazioni, le sue capacità di adattamento a condizioni via via diverse.
L’obiettivo è ambizioso. Come spiega Ellison: “Il design dei farmaci raggiungerà un nuovo livello perché sarà possibile predire rapidamente non solo la capacità delle nuove molecole farmacologiche di rispondere alle necessità per cui vengono realizzate ma anche gli effetti collaterali dei nuovi farmaci”.
“Se si guarda la cosa sul piano dell’ingegneria genetica – ha affermato Ellison – nuove combinazioni di geni potranno essere testate e ottimizzate metabolicamente. Le applicazioni possibili per la Cellula Virtuale sono praticamente illimitate”.