Roma – Un tribunale americano ha riaffermato con chiarezza il potere d?intervento dei detentori di copyright nei confronti di attività internet che a loro parere violino i diritti d?autore. Queste entità, in particolare industrie del disco, del cinema o del software, possono inviare ai provider americani lettere di diffida affinché chiudano siti e servizi ospitati sui propri server, e questo anche in assenza di approfondimenti sull’attività dei siti stessi, di qualsiasi indagine o dell’intervento di un magistrato.
Questo potere si traduce sempre più spesso nella chiusura tout-court di siti internet, vista l’impossibilità dei webmaster di contrastare le azioni dell’industria e la peraltro comprensibile posizione dei provider, non sempre pronti a dare battaglia.
La precisazione del giudice distrettuale delle Hawaii è giunta a seguito della richiesta dell’ex sito InternetMovies.com di obbligare i detentori di copyright a motivare le proprie lettere di diffida dopo accurata indagine sui siti che dovessero ritenere abusivi. Lo stesso InternetMovies.com, chiuso nel 2001 perché secondo gli studios di Hollywood raccolti nella MPAA offriva trailer cinematografici, dovette soccombere per una semplice lettera di diffida.
Tutto quello che il DMCA richiede a MPAA e agli altri detentori di copyright è di spedire le proprie lettere “in buona fede”.
Da parte sua, InternetMovies.com ha deciso di proseguire nella battaglia legale, sperando di poter contribuire a fermare quello che ai più appare come un insopportabile abuso nonché figlio di un approccio che tradisce le opportunità della comunicazione offerte da internet.