Roma – La prima operazione contro il P2P in Italia scattata la scorsa settimana è stata confermata dal maresciallo del Nucleo Provinciale della Guardia di Finanza di Milano, Davide D’Agostino. L’operazione dovrebbe concludersi con la denuncia di migliaia di utenti che verranno accusati di violazione del diritto d’autore, così come inteso dalle vigenti leggi e dall’ EUCD , la direttiva comunitaria che sta raccogliendo critiche a destra e a manca.
Alla notizia trapelata senza troppi dettagli la settimana scorsa ora vengono aggiunti vari elementi. Lo stesso maresciallo D’Agostino riconosce che, seppure secondo la legge può essere incriminato penalmente chiunque scambia anche un solo file MP3 coperto da copyright “in pratica, quelli che si scambiano musica on line sono troppi. Alla fine sarà impossibile perseguirli”.
Non è detto dunque che l’indagine su 3mila indirizzi IP si trasformi automaticamente in altrettanti indagati, occorre infatti identificare gli utenti che hanno commesso il fatto.
Dall’intervista rilasciata dal maresciallo della Guardia di Finanza a Repubblica.it si capisce però che l’indagine non riguarda i pesci piccoli: “Stiamo facendo riferimento a unità di grandezza decisamente diversa”, facendo intendere che si sta tentando di rintracciare chi ha scaricato e scambiato grandi quantità di file musicali e video. Viene anche confermato che tutti gli utenti dei sistemi di P2P (Kazaa, Morpheus ecc.) sono rintracciabili e sarebbe addirittura possibile conoscere il loro comportamento negli ultimi due anni.
L’intervista di Repubblica.it al maresciallo D’Agostino è disponibile qui .