Roma – UPDATE ORE 13 (VEDI PAGINA SEGUENTE) – Smentita ufficialmente una notizia che ha allarmato tutti: quella secondo cui un’indagine condotta online dalla Guardia di Finanza avrebbe avuto nel mirino i sistemi peer-to-peer e gli utenti italiani che ne fanno uso. Una notizia ripresa con allarme da numerose testate, compreso PI.
Ieri Punto Informatico, dopo il ponte del 2 giugno, ha avuto l’occasione di approfondire la questione con la Guardia di Finanza. E il Capitano Mario Piccinni, del Nucleo operativo provinciale di Milano delle Fiamme Gialle, ha spiegato a PI che l’operazione di questi giorni, emersa su Repubblica.it, non ha assolutamente nulla a che spartire con il peer-to-peer o con le attività degli utenti che sfruttano questi sistemi di condivisione dei file.
Piccinni ha spiegato che l’intera operazione, della quale nelle prossime ore verranno resi pubblici tutti i dettagli, ha riguardato l’individuazione di un network di produzione e vendita di materiali illegali, in particolare software professionale.
Riprodotti illegalmente, questi software venivano venduti attraverso siti internet a prezzi naturalmente più bassi di quelli di listino, producendo un volume d’affari per i pirati, autori di questo schema, valutato in 100 milioni di euro all’anno. Sono 176 i soggetti al momento sottoposti ad indagine, alcuni dei quali si ritiene introitassero fino a 25mila euro al mese per le proprie attività illegali. Se esiste una relazione con il P2P, dunque, riguarda una delle fonti di approvvigionamento del software pirata da parte dei trafficanti individuati dai Baschi verdi milanesi.
Se da un lato è dunque difficile comprendere la genesi di una notizia che parlava di una operazione contro il P2P senza precedenti in Italia, dall’altro siamo invece di fronte ad una sonora smentita di quelle clamorose rivelazioni, annunci che hanno messo in allarme molti utenti internet e persino parlamentari, per le implicazioni che un’operazione del genere avrebbe avuto se fosse effettivamente avvenuta.
Nota: Sulla dibattuta questione dello status giuridico di chi utilizza i software peer-to-peer e le preoccupazioni che ha suscitato in moltissimi, si veda la lettera Il P2P e la legge italiana pubblicata su PI di oggi nonché il dibattito che si è svolto su it.diritto.internet .
Riceviamo e pubblichiamo integralmente il comunicato stampa diffuso dal Comando Provinciale di Milano della Guardia di Finanza in merito alle vicende segnalate
GUARDIA DI FINANZA
COMANDO PROVINCIALE MILANO
– COMUNICATO STAMPA –
?LA GUARDIA DI FINANZA PONE SOTTO SEQUESTRO DUE SITI INTERNET UTILIZZATI PER LA COMMERCIALIZZAZIONE DI SOFTWARE E PRODOTTI AUDIOVISIVI PIRATA. SOTTOPOSTE AD INTERCETTAZIONE 28 CASELLE E-MAIL, DENUNCIATI 181 RESPONSABILI OPERANTI IN VARIE PROVINCE DELLA PENISOLA, IN GRADO DI REALIZZARE UN VOLUME D?AFFARI PARI A 100.000.000,00 Euro ANNUI?.
I ?Baschi Verdi? della Compagnia Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Milano hanno portato a termine un servizio finalizzato allo smantellamento di una ?rete di vendita? in grado di utilizzare al meglio le nuove tecnologie per la commercializzazione di prodotti pirata.
Centottantuno (181) i soggetti denunciati per violazione della Legge sul Diritto d?Autore al Dott. Gianluca BRAGHO?, Sostituto Procuratore della Procura della Repubblica di Milano, che ha diretto le indagini.
Circa 10.300 i soggetti tuttora in corso di identificazione, responsabili dei reati di produzione e vendita di prodotti tutelati e ricettazione.
Tutto il sistema creato dai pirati informatici ruotava intorno allo sfruttamento di INTERNET come bacino di potenziali clienti e come mezzo di scambio e distribuzione dei materiali.
Quasi tutti gli indagati utilizzavano indirizzi e-mail anonimi ed in alcuni casi spedivano messaggi criptati con password.
L?operazione, denominata ?MOUSE?, ha permesso ai militari della Compagnia Pronto Impiego della Guardia di Finanza di Milano di smantellare una rete di vendita di opere dell?ingegno piratate estesa su tutto il territorio nazionale e costituita, per lo più, da insospettabili con un giro d?affari che, per alcuni di loro, superava i ? 25.000,00 mensili.
L?investigazione ha richiesto l?utilizzo delle più recenti tecniche di indagine informatica quali il tracciamento di indirizzi IP dinamici, l?analisi di file di log e la decriptazione di messaggi cifrati.
I controlli, che non hanno riguardato gli utilizzatori di sistemi file sharing tipo ?peer to peer?, ma esclusivamente a soggetti dediti a produzione e vendita di prodotti tutelati dal copyright, si sono sviluppati attraverso il monitoraggio di 12 siti web e l?intercettazione 28 account e-mail utilizzati dagli indagati per porre in essere l?illecita attività.
Posti sotto sequestro due siti INTERNET mediante i quali avveniva l?illecita commercializzazione.
Nel corso delle perquisizioni, operate in ben 30 province italiane, i BASCHI VERDI hanno rinvenuto masterizzatori per CD e DVD dell?ultimissima generazione, programmatori per Smart Card per TV satellitare, migliaia di supporti ottici contenenti opere illecitamente riprodotte e DVD contenenti le ultimissime uscite cinematografiche.
Una primissima analisi fa ritenere che il volume d?affari annuo relativo all?illecito commercio posto in essere, possa superare i ? 100.000.000,00.