Redmond (USA) – Negli ultimi tre anni il CEO di Microsoft, Steve Ballmer, ha rilasciato moltissime dichiarazioni in merito a Linux e al software libero, utilizzando talvolta definizioni come ” cancro “, ” giocattolo ” e ” clone “. Al di là delle affermazioni più pepate e provocatorie, Ballmer è stato il primo alto dirigente del big di Redmond ad ammettere pubblicamente che Linux rappresenta, per la propria azienda, “una delle più grandi minacce” e una “sfida senza precedenti”.
Il boss di Microsoft è tornato a parlare della grande sfida rappresentata da Linux e dall’open source in una recente nota interna indirizzata ai propri dipendenti e trapelata in questi giorni.
“I software non commerciali in generale, e Linux in particolare, – ha scritto Ballmer – rappresentano una sfida competitiva per noi e per l’intera industria, e richiedono da parte nostra una forte concentrazione e attenzione”.
“In queste condizioni (del mercato IT, NdR), caratterizzate da scarni budget e dalle preoccupazioni circa l’attenzione di Microsoft verso i clienti, i software non commerciali come Linux e OpenOffice vengono visti come interessanti, abbastanza buoni o alternative gratuite”, ha scritto Ballmer, ribadendo così quel concetto secondo cui il fascino del free software starebbe prevalentemente nel suo prezzo, spesso nullo.
Ballmer afferma poi che, al di là del fattore economico, Linux e il software libero hanno acquisito forza sul mercato anche grazie al forte appoggio di IBM.
“Il sostegno di IBM – ha detto Ballmer – ha aggiunto credibilità a Linux e ha dato l’illusione che ora esista una fonte di supporto e responsabilità, sebbene in realtà non vi sia nessun centro di gravità né organismo centrale che stia investendo nella salute e nella crescita del software non commerciale o che stia innovando in aree cruciali quali l’engineering, la manageability, la compatibilità e la sicurezza”.
Le strategie di Ballmer per contrastare l’avanzata di Linux e del free software sono sostanzialmente due: continuare ad attaccare la licenza GPL, bersaglio preferito di Bill Gates , e promuovere con maggior decisione i punti di forza del software commerciale. Ecco il Ballmer-pensiero.
Ballmer sostiene che la licenza GPL impedisce la commercializzazione del software e, di conseguenza, mina l’innovazione. Parole che richiamano alla mente alcune dichiarazioni che Gates rilasciò due anni or sono: “la GPL rende impossibile per un’azienda commerciale l’utilizzo o la creazione di software protetto da questa licenza”; “la GPL è stata appositamente creata da chi voleva uccidere del tutto il software commerciale”.
Delineando il secondo punto della propria strategia, Ballmer ha poi affermato che “vogliamo competere con il cosiddetto “free software” in maniera leale e responsabile, mettendo le necessità dei nostri clienti al primo posto”, aggiungendo poi che “mostreremo a tutti come il nostro approccio offra il miglior valore, la migliore sicurezza e la migliore opportunità”.
“La comunità di sviluppo di Linux, non importa quanto bene intenzionata sia, semplicemente non può far progredire Linux nel modo in cui noi possiamo — e dobbiamo — innovare Windows”, ha poi aggiunto Ballmer.
A tal proposito il boss di Microsoft ha chiamato in causa Longhorn, che definisce “un salto gigantesco per l’informatica” e che descrive come un sistema operativo che sarà “anni avanti rispetto a qualsiasi altro prodotto sul mercato”.
Ballmer sostiene che una delle caratteristiche più importanti di Longhorn sarà quella di integrarsi alla perfezione con tutti i futuri software di Microsoft: esisteranno ad esempio versioni specifiche per Longhorn di Office, di Visual Studio e di MSN. Una strategia già anticipata con la recente decisione di sospendere lo sviluppo di versioni stand-alone di Internet Explorer: la prossima major release di questo browser sarà infatti così profondamente integrata con Longhorn da rendere il suo porting verso le versioni precedenti di Windows un compito assai arduo, se non addirittura impraticabile.
Microsoft sembra dunque decisa a combattere il mondo composito, eterogeneo e decentrato del software libero con una piattaforma, Windows.NET, capace di integrare sempre più a fondo le proprie tecnologie, i propri servizi e i propri prodotti. Un tentativo per convincere i clienti che da una parte vige il caos e l’anarchia, e dunque la perenne incertezza, mentre dall’altra parte – la sua parte – vige ordine e armonia, dunque attendibilità.
E’ questo il terreno su cui il colosso di Redmond sta tentando di spostare la partita fra open source e closed source, una partita che, al di là dei proclami, tutti hanno paura di perdere. Anche Microsoft.