Rivoluzione digitale, Chiariglione ci riprova

Rivoluzione digitale, Chiariglione ci riprova

Il padre del gruppo MPEG, già mente della SDMI, lascia l'incarico che da anni lo vedeva a capo della ricerca Telecom per patrocinare un'iniziativa con cui spera di far decollare una nuova rivoluzione dei media digitali
Il padre del gruppo MPEG, già mente della SDMI, lascia l'incarico che da anni lo vedeva a capo della ricerca Telecom per patrocinare un'iniziativa con cui spera di far decollare una nuova rivoluzione dei media digitali


Roma – Il padre fondatore del Moving Picture Experts Group (MPEG), Leonardo Chiariglione, ha annunciato la propria intenzione di lasciare i laboratori del Gruppo Telecom Italia per gettarsi in una nuova iniziativa, il Digital Media Project , attraverso cui spera, da un lato, di rimediare ai fallimenti della Secure Digital Music Initiative ( SDMI ), e dall’altro, di eliminare quegli ostacoli che, secondo il noto ricercatore italiano, hanno fino ad oggi impedito il decollo della “Rivoluzione dei Media Numerici”.

“Negli ultimi 50 anni – si legge sul sito personale di Chiariglione – le tecnologie numeriche hanno dato origine ad imponenti industrie di grande successo, ma lo stesso non sta succedendo per i media numerici”.

Secondo il boss di MPEG né l’industria né gli utenti stanno beneficiando delle promesse che le tecnologie legate ai media digitali avevano portato con sé negli anni scorsi: tutto ciò avrebbe fatto cadere aziende e consumatori in uno stato di profonda disillusione.

“Non ci sono esempi di aziende – scrive Chiariglione – che sono fiorenti grazie ai Media Numerici, almeno non così tanto come è successo per alcune aziende in altre industrie di Tecnologia Numerica. Alcuni utilizzatori finali hanno talvolta benefici, ma solo se aggirano le regole”.

A frenare il decollo della rivoluzione digitale nel settore dei media intervengono, secondo Chiariglione, tutta una serie di fattori tecnici, politici, legali ed economici che l’industria non è ancora riuscita a superare.

Se dal lato tecnologico il gruppo MPEG è riuscito nell’obiettivo di riunire l’industria attorno a degli standard unanimemente riconosciuti, Chiariglione sostiene che rimane ancora molto lavoro da fare per rendere i media digitali più facili da usare e da creare, più ricchi e fruibili ovunque e su qualunque dispositivo.

Sebbene Chiariglione non ne faccia espresso riferimento, risulta evidente come uno più grossi problemi che il Digital Media Project dovrà risolvere sarà quello di fornire all’industria dei contenuti tecnologie efficaci e standard per la protezione del copyright, un problema che il ricercatore ha già tentato di risolvere per anni, ma senza successo, a capo della SDMI.

Con il Digital Media Project, Chiariglione vuol dar vita ad un’organizzazione non profit a cui possano partecipare rappresentanti dell’industria, associazioni dei consumatori e autorità pubbliche per “identificare gli ostacoli che frenano il decollo del mercato legato ai media digitali” e stendere una serie di punti d’intervento da mettere in pratica in tempi rapidi: Chiariglione conta di ottenere i primi risultati già entro un anno.

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Pubblicato il 9 lug 2003
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