Piove sulla Commodore community

Piove sulla Commodore community

Lo temono i tanti aficionado del celeberrimo C64 dopo che l'azienda che ora detiene molti dei diritti su hardware e software ha annunciato traballanti progetti di rilancio. In ballo anche i diritti sui giochi
Lo temono i tanti aficionado del celeberrimo C64 dopo che l'azienda che ora detiene molti dei diritti su hardware e software ha annunciato traballanti progetti di rilancio. In ballo anche i diritti sui giochi

Roma – Grosse novità in arrivo su un fronte da molti dimenticato eppure segnato da un nome essenziale nella storia del computing: Commodore 64. La decisione di Tulip Computers, che oggi possiede molte delle proprietà intellettuali Commodore, sembra infatti essere quella di tentare un rilancio di prodotti e servizi C64 a scapito, secondo alcuni, delle libertà e del supporto della vastissima comunità di sostenitori che in questi anni ha sviluppato siti attorno ad un home computer un tempo celeberrimo.

Con un comunicato apparso nei giorni scorsi, Tulip ha annunciato la firma di un accordo che a suo dire dovrebbe consentire di lanciare nuovi prodotti “Commodore 64” (emulatori hardware) e rilanciare i suoi software (emulatori software), inserendo e promovendo il tutto in un portale web che offrirà servizi ed abbonamenti.

Nella nota, poi, si chiede alla “Commodore Community”, che secondo Tulip conta almeno 6 milioni di persone, di unirsi al portale sottolineando che oggi “ci sono circa 300 siti commerciali che usano il nome Commodore o Commodore 64 senza una licenza di Tulip. Tulip non consentirà usi non autorizzati del marchio Commodore”. Il fatto stesso che Tulip voglia vendere un emulatore ufficiale di C64 potrebbe dunque significare guai legali per chi distribuisce quegli emulatori su Internet gratuitamente o per pochi dollari e, evidentemente, per quei siti che ospitano giochi “non autorizzati”.

Il Commodore 64 Tulip vuol fare soprattutto leva, per il suo business legato al C64, sulla licenza dei giochi e dei software di emulazione del C64 che oggi girano sui piccoli dispositivi, come telefoni cellulari, smart phone e PDA. Il mercato del retrogaming promette bene anche nei paesi in via di sviluppo, dove spesso vengono reintrodotti sul mercato home computer e console da gioco degli anni ’80 e ’90.

Commodore è stata una delle pioniere del mercato degli home e dei personal computer: entrata in questo settore nel 1977 con il suo PET (Personal Electronic Transactora) a 8 bit, ha lanciato il suo più grande successo, il C64, nel 1982, seguito a pochi anni di distanza dal mai dimenticato Amiga. Commodore entrò in liquidazione nel 1994: tre anni più tardi Tulip ne acquisì il marchio e altre proprietà.

A non essere convinti per nulla delle ultime novità Tulip sono proprio i sostenitori del C64. Come si può leggere su Lemon64, tutta la questione viene vista con grande sospetto. Il timore evidentemente è che possano essere prese di mira non solo le iniziative commerciali (come quella segnalata da PI del CommodoreOne ) ma anche i siti degli appassionati. Il tutto in nome delle esigenze del nuovo orientamento “Commodore” di matrice industriale.

Preoccupazioni che sono condivise anche su altri forum dedicati dove si inizia a fare la conta dei siti che potrebbero incorrere nelle ire di Tulip.

Chris Abbott , uno dei membri della comunità nonché autore di moltissime delle musiche dei giochi di C64, ha scritto di temere l’iniziativa di Tulip e che “Tulip, o i suoi partner, sembrano erroneamente credere di avere i diritti sulla maggior parte dei giochi per Commodore64”.

Il fronte dei diritti sul C64 rischia di essere una vera spina nel fianco per Tulip, tanto che lo stesso Abbott ha già diffidato l’azienda dal considerare come propri tutti i giochi sviluppati per la piattaforma. Abbott si prepara a dare battaglia sul porting dei giochi verso telefonini e altri media: “Se lo fanno li colpirò con una fattura per la musica così alta da far loro girare la testa”.

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Pubblicato il
15 lug 2003
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