Roma – Seguendo le orme di IBM e, più di recente, HP, anche Oracle si prepara a lanciare una divisione autonoma che avrà il compito di sviluppare e promuovere applicazioni open source che girano su Linux.
In particolare, il colosso si è detto interessato a incoraggiare il nascere di comunità di sviluppatori che utilizzino i linguaggi di programmazione Perl, PHP e Python per creare tool e applicazioni che si interfaccino ai propri database.
Oracle si è anche detta interessata a reclutare un certo numero di “guru” di Linux, in particolare appartenenti alla comunità di San Francisco, che collaborino al porting dei propri prodotti sulla piattaforma free e apportino idee innovative.
Oracle sostiene che Linux rappresenta la piattaforma più promettente e che per questo motivo è interessata a moltiplicare i propri investimenti nel creare applicazioni native che traggano il massimo giovamento dalle funzionalità e dagli strumenti integrati nel sistema operativo free software.
L’avanzata strategica di Oracle sul fronte di Linux si è già concretizzata, nel recente passato, attraverso la partnership del colosso con il consorzio UnitedLinux e, prima ancora, con il varo dell’iniziativa Unbreakable Linux con cui Oracle sta cercando, in concorrenza con IBM, di spingere Linux sul mercato enterprise attraverso lo sviluppo di soluzioni di clustering fault tolerance e la fornitura di servizi di assistenza per le aziende.